L’Arcadia in Brenta, Amburgo, Spieringk, 1755

 SCENA VII
 
 Madama LINDORA con due braccieri e detti
 
 LINDORA
275Oimè, non posso più. (Indietro)
 FABRIZIO
                                           Che cosa è stato?
 LINDORA
 Ho tanto caminato,
 non posso più.
 FABRIZIO
                              Vicino è il suo palazzo
 men d’un tiro di schioppo.
 LINDORA
 Per le mie pianticine è troppo, troppo.
 FABRIZIO
280Via, via s’avanzi e seda.
 LINDORA
 Guardate per pietà
 che non vi siano fiori;
 io non posso sentir cattivi odori.
 FABRIZIO
 L’odor non è cattivo! Faccia grazia.
 LINDORA
285Ahi, ahi.
 FABRIZIO
                   Qualche disgrazia?
 LINDORA
 Maledetto giardino!
 Ho sentito l’odor di gelsomino.
 FABRIZIO
 Vuol che lo butti via?
 LINDORA
                                         Sì, ve ne priego.
 FABRIZIO
 Vattene, o tristo vaso,
290che di madama hai conturbato il naso.
 Via, s’avanzi un tantino.
 LINDORA
 Adagio, pian pianino. (Ai braccieri)
 Mi volete stroppiar? Voi lo sapete,
 son delicata assai...
295Tre passi in una volta non fo mai.
 FABRIZIO
 Come dunque farà a salir le scale?
 LINDORA
 Tacete, mi vien male
 solo in pensarlo.
 FABRIZIO
                                 Scusi, mi perdoni;
 ella è forse stroppiata?
 LINDORA
300Anzi più ben tagliata
 donna non v’è di me. Voi stupireste
 nel vedermi ballar.
 FABRIZIO
                                      Quando si balla,
 non si fan quattro passi in su un mattone.
 LINDORA
 Trovata ho un’invenzione
305di far i minuetti
 con piccoli passetti;
 e perché il tempo veramente intendo,
 quattro battute in ogni passo io spendo.
 FABRIZIO
 Dunque sopra una festa in tal maniera
310un minuetto si farà per sera.
 LINDORA
 Ma dove son le belle
 arcade pastorelle?
 FABRIZIO
 Or le farò venir. Ehi. (Chiama il servo)
 LINDORA
                                          State zitto.
 Oimè con quella voce così alta
315voi mi fate stordir.
 FABRIZIO
                                     Veh, cosa sento?
 Ella non può sentir alzar la voce?
 LINDORA
 Lo stranuto e la tosse ancor mi nuoce.
 FABRIZIO
 Ma gran delicatezza!
 Credo provenga dalla gran bellezza.
 LINDORA
320Non dico; ma può darsi.
 FABRIZIO
 Certo, signora sì.
 LINDORA
 Quando lo dice lei, sarà così.
 Andrò, se si contenta,
 le amiche a ritrovar.
 FABRIZIO
                                        Ma non vorrei
325che troppo affaticasse;
 prima che sia arrivata
 per lei ci vuole almeno una giornata.
 LINDORA
 Andrò così bel bello,
 se si contenta lei, signor Fabrizio.
 FABRIZIO
330Ah vada, vada (che mi fa servizio).
 LINDORA
 
    Riverente a lei m’inchino.
 Ehi, braccieri, qua la mano.
 Venga presto... Andate piano.
 Venga poi... Non mi stroppiate.
335Correr troppo voi mi fate;
 mi vien mal, non posso più.
 
    Via, bel bello, andiamo avanti;
 le son serva, addio, monsù.