Cesare in Egitto, Venezia, Rossetti, 1735

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 ARGOMENTO
 
    Vinto Pompeo Magno da Cesare nei campi di Farsaglia, tolse seco la moglie Cornelia e Sesto suo figlio, con i quali e con altri senatori del suo partito fuggì in Egitto, dove sperava che il giovane re Tolomeo, al padre di cui aveva egli ricuperato il regno, lo dovesse amorevolmente raccogliere e favorire contro il nemico. Ma persuaso quel principe dal consiglio crudele d’Achilla a meritarsi la benevolenza del vincitore colla morte di Pompeo, in quella nave che mandò per riceverlo, lo fece perfidamente trucidare, indi troncatagli la testa la riservò alla venuta di Cesare, a cui doppo alquanti giorni approdato in Alessandria con altri prigionieri l’offerse in dono. Lunge però da riportarne egli lo sperato gradimento, procurò Cesare di vendicare l’assassinio e favorendo contro Tolomeo la sorella Cleopatra, che smisuratamente amava, dopo un combattimento avuto con il popolo d’Alessandria, nel quale pericolò tanto che dovette salvarsi a nuoto, gli riuscì finalmente di farla regina. Su questo rapporto che si fa diffusamente dalli scrittori della storia romana, ha l’autore fondati gl’altri verisimili accidenti che compongono l’intreccio di questo drama.
    Le parole numi, dei, fato, eccetera sono voci poetiche.