Griselda, Venezia, Rossetti, 1735

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA X
 
 GUALTIERO e dette
 
 Gualtiero
585De’ tuoi bei sguardi, o cara, indegno è troppo
 questo rustico sito.
 Costanza
                                     Illustre e degno
 la sua gentile abitatrice il rende.
 Gualtiero
 Anche qui vieni a tormentarmi, o donna?
 Griselda
 Mio re non è mia colpa,
590questo è il povero mio sogiorno antico.
 Gualtiero
 Più non dirmi tuo re ma tuo nemico.
 Costanza
 Se i preghi miei del tuo favor son degni...
 Gualtiero
 E che non può Costanza
 su questo cor?
 Costanza
                             Concedi
595che più dal fianco mio costei non parta.
 Nella reggia, ne’ boschi, ovunque io vada
 mi sia compagna o serva.
 Gualtiero
 A te serva costei? Chi sia t’è noto?
 Costanza
 Se miro a’ panni è vile,
600nobil se al volto.
 Gualtiero
                                È questa
 quella un tempo mia moglie
 che amai per mia sciagura. Alzata al trono
 perché ne fosse eterna macchia.
 Griselda
                                                            (Oh dio!)
 Costanza
 Griselda?
 Gualtiero
                     Ah più non dirlo. Anche al mio labbro
605venne il nome aborito e pur lo taque.
 Più ignobil moglie...
 Griselda
                                        (E più fedel).
 Gualtiero
                                                                   Non naque.
 Costanza
 Sì vile, oscura sia, con forza ignota
 un amor non inteso a lei mi stringe.