Griselda, Venezia, Rossetti, 1735

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 S’apre la capanna.
 
 COSTANZA, ROBERTO, GRISELDA che dorme
 
 Costanza
530Fuggi.
 Roberto
               Perché?
 Costanza
                                Non posso
 senza colpa mirarti. Il re mio sposo
 qui s’aggira d’intorno.
 Roberto
                                           E dovrò dunque
 morir, cruda Costanza,
 senza il dolce piacer d’un de’ tuoi sguardi?
 Costanza
535Non tormentarmi più.
 Roberto
                                            Dimmi spergiura,
 ti scordasti di me?
 Costanza
                                     No, che purtroppo
 t’adoro ancor.
 Roberto
                            Mia vita.
 Costanza
 (Ah che diceste mai labbri loquaci!)
 Roberto
 Dunque amarti poss’io?
 Costanza
                                               Ma soffri e taci.
 Roberto
 
540   Che legge tiranna!
 Che sorte spietata!
 A che mi condanna
 un’anima ingrata,
 un barbaro cor.
 
545   Crudel tacerò
 ma pensa che questo
 silenzio molesto
 a un misero amante
 è troppo dolor.