La favola de’ tre gobbi, partitura ms. P-I-Nc (I tre gobbi)

 SCENA VI
 
 Il conte BELLAVITA e VEZZOSA
 
 BELLAVITA
 Al volto porporino
 di madama Vezzosa umil m’inchino.
 VEZZOSA
 Io delle grazie sue resto stordita
 e riverisco il conte Bellavita.
 BELLAVITA
135Permetta, anzi conceda
 che prostato si vede
 il prototipo, è ver, de’ rispettosi
 e l’intimo de’ suoi servi generosi.
 Osservate madama
140il labbro mio vezzoso,
 l’occhio nero amoroso,
 il mio parlar sincero,
 l’aria brillante, il portamento altero.
 VEZZOSA
 Né ne dica di più; lo so, lo vedo.
145Lei è tutto ben fatto;
 lei è molto gentil; (lei è un bel matto).
 BELLAVITA
 Viva viva il buon cor;
 anch’io l’affezzione
 odio nelle persone,
150parlar mi piace naturale affatto,
 perciò dal seno estratto
 il più devoto sentimento,
 trabocca dalle labbra il mio contento.
 
    Vezzosa amabile
155scie bramo l’honour
 de vu servir
 ma l’alma mia
 di gelosia
 fate morir.
 
160   Io già m’avvedo
 che pena e langue,
 che gran plesir.
 
    Bella sciarmante
 di voi sono amante,
165volto ben fatto
 per voi sono matto,
 pietà vi chiedo
 de’ miei martir.