La favola de’ tre gobbi, Parma, Stamperia Reale, 1773 (I tre gobbi innamorati)

 SCENA VI
 
 VEZZOSA, MACCACCO, poi BELLAVITA
 
 VEZZOSA
 (Sì sì, venga ancor lui;
 soggezion non mi prendo di costui). (Da sé)
 Giacché non è geloso, (A Maccacco)
 caro signor barone,
195con buona permissione,
 un altro cavalier vuol visitarmi,
 onde la prego in libertà lasciarmi.
 MACCACCO
 Fa... fate pure; so anch’i... io l’usanza.
 Io mi riti... ti... tiro in questa stanza. (Si ritira alla sinistra)
 VEZZOSA
200Questo sarebbe il caso,
 per una a cui piacesse
 di vivere al gran mondo,
 colla vita piegata e il capo tondo.
 BELLAVITA
 Al volto porporino
205di madama Vezzosa umil m’inchino.
 VEZZOSA
 Io dalle grazie sue resto stordita
 e riverisco il conte Bellavita.
 BELLAVITA
 Permetta, anzi conceda
 che prostrato si veda
210il prototipo ver de’ rispettosi,
 l’infimo de’ suoi servi generosi.
 VEZZOSA
 Signor, lei mi confonde;
 vorrei dir... ma non so...
 Per andar alla breve io tacerò.
 BELLAVITA
215Quel silenzio loquace
 quanto, quanto mi piace! Ella tacendo
 con muto favellar va rispondendo;
 ed io, che tutto intendo,
 il genio suo comprendo.
220Ella vuol favorirmi ed io m’arrendo;
 ed accetto le grazie e grazie rendo.
 VEZZOSA
 Non ne dica di più; lo so, lo credo,
 lo capisco, lo vedo.
 Ella è tutto ben fatto,
225ella è tutto gentile... (Egli è un bel matto).
 
    Io so quel che costumano
  le donne alla città.
 Due cicisbei le servono,
 un qua, l’altro di là.
230La testa sempre in giro,
 qua un vezzo e là un sospiro;
 ma tutti due li mandano...
 Voi m’intendete già.
 
    I cicisbei si credono
235di posseder quel core;
 ma un giorno poi s’avvedono
 del concepito errore
 e poscia se la battono
 con tutta civiltà.
 
 BELLAVITA
240Senta, signora mia, per dire il vero,
 io sono un cavaliero
 ameno e disinvolto.
 S’ella m’osserva in volto,
 un certo non so che vi troverà
245che s’accosta di molto alla beltà.
 Circa la grazia poi, non fo per dire,
 osservi la presenza,
 col piè sempre in cadenza,
 nelle braccia grazioso,
250nel gestir manieroso;
 si può dire ch’io sia cosa gradita;
 e poi che serve? Il conte Bellavita.
 VEZZOSA
 Già si sa, già si vede,
 la sua vita ben fatta è cosa rara;
255vezzi e grazie da lei ciascuno impara.
 Ella con favorirmi mi fa onore;
 cerimonie non fo, son di bon core.
 BELLAVITA
 Viva, viva il buon core.
 Anch’io l’affettazione
260odio nelle persone;
 parlar mi piace naturale affatto;
 perciò dal seno estratto
 il più divoto e caldo sentimento,
 trabbocca dalle labbra il mio contento.
 
265   Vezzosa aimable,
 bramo l’onore
 de vu servir;
 ma l’alma mia
 di gelosia
270fate morir.
 
    (Io già m’avvedo
 che pena e langue;
 che gran plaisir!)
 
    Beltà charmante,
275vi sono amante;
 volto ben fatto,
 per voi son matto.
 Pietà vi chiedo
 de’ miei sospir.
 
 VEZZOSA
280Non si stia a faticare;
 sempre meno dirà di quel che appare.
 Ma se tanto è grazioso,
 sarà ancor generoso.
 BELLAVITA
                                        E cosa importa?
 Dov’è grazia e beltà,
285non si ricerca generosità.
 VEZZOSA
 Signore, ei mi perdoni, in questo sbaglia.
 Un amante, ancorché bello e grazioso,
 quando si mostra avaro,
 alle donne non puote esser mai caro.
 BELLAVITA
290Dunque con i miei vezzi
 io non posso da voi sperare affetto?
 VEZZOSA
 Per me vi parlo schietto;
 se mi volete innamorar da buono,
 fate che della borsa io senta il suono.
 BELLAVITA
295Sarà dunque un amor interessato?
 VEZZOSA
 Sarà l’amor che dalle donne è usato.
 BELLAVITA
 Parmi di sentir gente. (Accennando verso la diritta)
 VEZZOSA
                                            Eh dite piano,
 poiché tengo un germano
 che piuttosto è cervello stravagante;
300se ci sente, vorrà far l’arrogante.
 BELLAVITA
 Tiriamoci più in qua. Torniamo un poco (Si ritirano su la sinistra)
 al discorso di prima.
 Per esempio, volendo
 darvi in segno d’amor, quest’orologio, (Cava un orologio)
305dite, saria opportuno?
 VEZZOSA
 Ah sì sì, ne ho perso uno (Guardandolo)
 simile appunto a quello.
 BELLAVITA
 Guardate con che grazia io vel presento! (Le dà l’orologio)
 VEZZOSA
 O che grazia gentil! Siete un portento.
 BELLAVITA
310Mi vorrete voi bene?
 VEZZOSA
                                         Uh tanto, tanto!
 BELLAVITA
 Vi piace il volto mio?
 VEZZOSA
                                         Siete un incanto.
 BELLAVITA
 
    Vezzosa gradita,
 mio dolce tesoro.
 
 VEZZOSA
 
 Per voi, Bellavita,
315io smanio, io moro.
 
 A DUE
 
 Che dolce contento
 ch’io provo, ch’io sento!
 Che brio, che beltà!
 
 BELLAVITA
 
    Ohimè sento gente. (Pauroso)
 
 VEZZOSA
 
320No no, non è niente;
 sarà mio fratello.
 
 BELLAVITA
 
 Ha poco cervello, (Come sopra)
 tremar ci farà.
 
 VEZZOSA
 
    Non tema di nulla;
325stia fermo, stia qua. (Trattenendolo)