La favola de’ tre gobbi, Parma, Stamperia Reale, 1773 (I tre gobbi innamorati)

 SCENA IV
 
 VEZZOSA, poi MACCACCO
 
 VEZZOSA
 Vi vuole un po’ d’ingegno
 a far l’amor con questo e con quell’altro;
 e vi vuol pronto labbro ed occhio scaltro.
 MACCACCO
 Ma... ma... ma... ma... madama,
130vi chie... chiedo perdono.
 VEZZOSA
 Del barone Maccacco io serva sono.
 MACCACCO
 Cosa fa... fa... fa... fate?
 VEZZOSA
                                            Io sto be... bene. (Contraffacendolo)
 MACCACCO
 Non mi co... corbellate.
 VEZZOSA
 Pensi lei. Signorsì,
135parlo anch’io qualche volta co... così.
 MACCACCO
 Io sono innamorato
 di voi, mia be... be... bella;
 viver non posso senza
 chia... chia... chiamar aita
140da voi che sie... sie... siete la mia vita.
 VEZZOSA
 (Che ti venga la rabbia. (Da sé)
 Oh che brutta figura!
 Questo può dirsi un mostro di natura).
 MACCACCO
 Le ragazze mi co... co... corron dietro;
145vorrian ch’io fo... fo... fo... fo... follemente
 le amassi; ma non fa... fa... fanno niente.
 
    Dolce stral del dio bambino,
 bel visino fresco e tondo,
 mappamondo del mio cor.
 
150   Per te son qual navicella...
 No... qual fiore in mezzo al prato...
 Meglio assai... qual tortorella...
 No... qual fiume che sboccato...
 Ah non trovo un paralello
155per esprimere il flagello
 che di me fa il dio d’amor!
 
 VEZZOSA
 Caro signor Maccacco,
 quand’egli fosse sposo,
 sarebbe poi geloso?
 MACCACCO
                                       Pe... pensate!
160Vorrei che la mia sposa
 fosse co... corteggiata
 e spi... spi... spiritosa chia... chiamata.
 VEZZOSA
 Non vi saria pericolo
 ch’io le facessi torto,
165perché più bel di lei
 che si trovi nel mondo io non saprei.
 MACCACCO
 Io sono ben fa... fatto,
 son be... be... be... bello; e in conclusione
 io non sono un co... co... co... cornacchione.
 VEZZOSA
170(Che faccia di ca... ca... ca... ca... castrone!) (Da sé)