Il filosofo, Venezia, s.n., 1735

Vignetta Frontespizio
 ANSELMO filosofo, poi LESBINA
 
 Anselmo
 Mondo, misero mondo
 ognuno ti strapazza
 e par che sol tu sia
 la cagion d’ogni danno,
5oh di stolto pensier brutale inganno.
 La più bella fattura,
 delizia de’ viventi,
 recreazion de’ mortali,
 sarà fonte de’ mali? Oibò pensate,
10è l’umana malizia
 che il bene in mal converte
 e con ingorde voglie
 dove trovasi il mel tosco raccoglie.
 Ma che veggo! Una donna! Io mi nascondo.
15Donna fatal per cui sì brutto è il mondo!
 Lesbina
 Signor, perché fuggite?
 Sono forse una furia
 che v’arrechi timore?
 Anselmo
 D’una furia la donna è assai peggiore.
 Lesbina
20Affé che v’ingannate;
 se fossero le donne orrende tanto
 dagl’uomini sarian meno bramate.
 Anselmo
 Quei che non han giudizio
 soglion sempre scherzar col precipizio.
 Lesbina
25Signor, d’un grand’affare
 favellarvi degg’io;
 certa difficoltà bizzara e strana...
 Anselmo
 Parlate alla lontana.
 Lesbina
 Proponervi vorrei se mi è permesso...
 Anselmo
30Ditela pur ma non mi state appresso.
 Lesbina
 Di che avete timor?
 Anselmo
                                       Ah non vorrei
 che gl’attomi invisibili
 d’un feminil sembiante
 facessero il mio cor misero amante.
 Lesbina
35I filosofi dunque
 son capaci d’amore?
 Anselmo
                                        E in che maniera!
 Se un uomo virtuoso
 ad impazzir comincia, egli diviene
 in breve tempo pazzo da catene.
 Lesbina
40(Volesse il ciel che arrender potess’io
 il filosofo ricco all’amor mio).
 Anselmo
 Orsù spiegate tosto
 il vostro dubbio.
 Lesbina
                                 Udite.
 Voglio saper se il matrimonio sia
45come vogliono alcuni una pazzia.
 Anselmo
 In massima dirò che il matrimonio
 necessario si rende al nostro mondo.
 Ma chi meglio l’intende
 per fuggir i travagli e viver sano
50da un laccio sì crudel vive lontano.
 Lesbina
 E pur ve ne son tanti
 di contraria opinione
 che si mariteriano ogni stagione.
 Anselmo
 Ma s’io solo restassi
55fra gl’uomini viventi
 francamente rispondo
 che già per me si finirebbe il mondo.
 Lesbina
 Tanto nemico voi del nostro sesso?
 Anselmo
 Non mi venite appresso.
 Lesbina
60E se donna gentil di voi invaghita
 vi chiedesse pietà?
 Anselmo
                                      Sarei lo stesso.
 Lesbina
 Perché così crudel?
 Anselmo
                                      Non tanto appresso.
 Lesbina
 
    Se una donna vi dicesse:
 «Nel mio petto sento il core
65tutto fiamme, tutto ardore,
 voi ne siete la cagione,
 deh movetevi a pietà».
 
    Che direste? Che fareste?
 Non sarebbe buon’azione
70il mostrargli crudeltà.
 
 Anselmo
 S’arde per me qualcuna
 acciò l’ardor non cresca
 io la consolerò con l’acqua fresca.
 Lesbina
 Vi vuol altro signore.
75Orsù mi meraviglio
 che un uomo come voi doto e civile
 dia in un pensier sì vile.
 Anselmo
 Nella filosofia non v’è precetto
 che m’oblighi all’affetto.
 Lesbina
80Se la filosofia dunque obligasse
 ad amar, amereste?
 Anselmo
                                       Io certamente
 farei quel che far deve un uom sapiente.
 Lesbina
 Dunque aspettate un poco.
 A’ piedi delle scale
85v’è un giovine studente,
 egli provar s’impegna
 che l’amar una donna
 d’un filosofo saggio è cosa degna.
 Anselmo
 Venga. S’egli lo prova io vi prometto
90alle fiamme d’amore aprire il petto.
 Lesbina
 Vinto dalla ragione
 resterete addritura.
 (Soccorretemi voi arte e natura). (Via)
 Anselmo
 Chi sarà mai quel ignorante ardito
95che mi voglia provar cosa sì strana!
 Sarà forse un di questi
 filosofi moderni
 che sogliono offuscar l’altrui ragione
 coll’amor di Platone.
100Questa invalsa nel mondo
 diabolica dottrina
 quante volte l’onor manda in rovina.
 Certe visite fatte in ora fresca,
 certe conversazion di vario sesso,
105quel sedendo dappresso
 toccarsi or con le mani or con il piede
 è platonico amor? Pazzo chi il crede.
 Chi consuma l’entrate in regaletti,
 chi maltratta la moglie
110per cagion del genietto,
 chi piange, chi sospira,
 chi geloso s’addira,
 chi con la vaga sua vive felice,
 questo è amor di Platon? Pazzo chi il dice.
115Tutti, tutti i seguaci
 di sì bella morale
 dicon che è gran delitto il pensar male.
 Vede una madre vagheggiar la figlia
 né dice una parola,
120seguendo anch’essa di Platon la scuola.
 Li maritati poi
 del volgo ignaro per sottrarsi all’onte
 la scola di Platon portano in fronte.
 
    È questa l’usanza
125che corre oggidì,
 lo sposo di là,
 la sposa di qui,
 non so se Platone
 faceva così.
 
 Lesbina
130Signor Anselmo, il ciel vi dia contento.
 Anselmo
 L’uomo sempre è beato
 se si vuol contentar del proprio stato.
 Lesbina
 Ma lo stato è migliore
 di chi sente nel petto
135qualche fiamma gentil d’onesto affetto.
 Anselmo
 Falsissimo principio.
 Lesbina
                                         Anzi infallibile,
 come sarebbe a dir l’uomo è risibile.
 Anselmo
 Se tal proposizione
 voi sapete provarmi
140prego il cielo, signore, (oh che scongiuro)
 lo dirò, prego il ciel d’innamorarmi.
 Lesbina
 Ascoltatemi dunque e rispondete.
 Negar non mi potete
 che in questo nostro mondo
145è la vita il maggior di tutti i beni.
 Anselmo
 È vero.
 Lesbina
                 E che la morte
 questo gran ben ci toglie.
 Anselmo
                                                È ver purtroppo.
 Lesbina
 Il conforto maggior che nella morte
 provi l’uomo languente
150è il lasciar ne’ suoi figli
 un’imagine sua viva nel mondo.
 Anselmo
 A questo non rispondo.
 Si sa che la natura
 inclina ad eternar la propria spezie.
 Lesbina
155Questo conforto dunque
 quel che moglie non ha non può sperare.
 Anselmo
 Voi dite ben.
 Lesbina
                           (Comincia a vacillare).
 Ma chi vuol prender moglie
 deve pria innamorarsi.
 Anselmo
160In questo passo voi fallate assai.
 Vi son dei maritati
 che non s’erano pria veduti mai.
 Lesbina
 Sì, ma in tal matrimonio
 più d’un tenero amor v’entra il demonio.
165Che val somma ricchezza,
 che vale ogni grandezza,
 se l’amore non v’è?
 Anselmo
                                      (Questo studente
 nella scuola d’amore è un gran sapiente).
 Lesbina
 Concludiamola dunque.
170L’amore è una virtude
 che anima si può dir di tutto il mondo.
 Ei fa l’uomo giocondo,
 li recca in dolce guisa
 conforto nei travagli e nelle gioie
175moltiplica il piacer. Aman le piante,
 aman le belve ancor, aman le pietre
 più di tutto insensate
 e voi che siete un uom, voi non amate?
 
    L’agnelino ama l’agnella,
180ama il toro la torella,
 l’usignolo in sua favella
 va dicendo: «Ardo d’amor».
 
 Anselmo
 Amico, tai ragion m’avete detto
 ch’io già vinto mi rendo.
 Lesbina
                                               Or ricordatevi
185del vostro gran scongiuro e innamoratevi.
 Anselmo
 Difficile cred’io
 trovar donna che piaccia al genio mio.
 Io son dato alli studi,
 le donne per lo più son vanarelle.
 Lesbina
190Credete non vi siano
 donne nella virtù versate e franche?
 Anselmo
 Sì ma son rare come mosche bianche.
 E poi se ve n’è alcuna
 che sia un poco sapiente
195tosto divien superba e pretendente.
 Lesbina
 Signor, io vi propongo
 una giovine onesta
 che non avrà certi catarri in testa.
 Anselmo
 Fate pur che la veda
200e se mi piace io sarò suo marito.
 Lesbina
 Andremo a visitarla;
 ma quest’abito vostro,
 ch’è da stoico assai più che aristotelico,
 non mi sembra decente.
 Anselmo
205Quest’è un abito alfin d’uomo sapiente.
 Lesbina
 Sì sì, ma con le donne
 cotanta antichità non istà bene.
 Se volete tentar d’esser suo sposo
 comparite più vago e spiritoso.
 Anselmo
210Basta, m’ingegnerò, benché sia troppo
 difficile ad un savio
 l’uniformarsi al gusto d’oggigiorno.
 Tanti pizzi d’intorno,
 tanta polve di Cipro e tanti fiocchi,
215tante superflue gale
 son fumo senza arrosto
 di zucche senza sale.
 Lesbina
 (Consolati mio core
 che la filosofia vinta è d’amore).
 Anselmo
 
220   Andiam signor studente
 la dama a visitar.
 
 a due
 
    Oh gran virtù d’amore
 che mi fa giubilar.
 
 Lesbina
 
    Alla dama spiritosa
225voi farete un complimento.
 
 Anselmo
 
 Come, come! Questa cosa
 or mi pone in gran spavento.
 
 Lesbina
 
 Nol sapete?
 
 Anselmo
 
                         Signor no.
 
 Lesbina
 
 Dunque a voi l’insegnerò.
 
230   «Padrona illustrissima
 che fa, come sta,
 la prego s’accomodi.
 No non s’incomodi,
 son servo divoto
235a tanta beltà».
 
 Anselmo
 
    Padrona illustrissima...
 
 Lesbina
 
 Un poco più basso.
 
 Anselmo
 
 Che fa, come sta.
 
 Lesbina
 
 Movete quel passo.
 
 Anselmo
 
240Così?
 
 Lesbina
 
              Signor no.
 
 Anselmo
 
 Così?
 
 Lesbina
 
              Signorsì.
 
 Anselmo
 
    Son servo divoto.
 
 Lesbina
 
 Un poco di moto.
 
 Anselmo
 
 S’accomodi, non s’incomodi.
 
 Lesbina
 
245Rispetto, umiltà.
 
 Anselmo
 
    Che pena, che imbroglio.
 
 Lesbina
 
 Più lesto vi voglio.
 
 Anselmo
 
 Sarò spiritoso,
 galante, grazioso.
 
 Lesbina
 
250Ed io goderò.
 
 Anselmo
 
    Fra pochi momenti
 maestro sarò.
 
 Lesbina
 
    Fra pochi momenti
 maestro vi fo.
 
 Fine della prima parte