La birba, Venezia, Zatta, 1794

 SCENA V
 
 ORAZIO, CECCHINA e detta ritirata
 
 Orazio
450Cara Cecchina mia, giacché la sorte
 ci fa trovare assieme,
 stiamoci in buona pace.
 Cecchina
 Signor fratello mio, quel che vi piace.
 Di venire con voi non mi ritiro
455e vi starò lieta e contenta ognora,
 purché assieme con voi non sia Lindora.
 Lindora
 (Sentì che petulante!)
 Orazio
                                           Eh non temete;
 alla moglie scacciata io più non penso.
 Vadi pur a cantar le canzonette.
 Lindora
460(Che razze maledette!)
 Orazio
 Ce la farem tra noi, cara sorella.
 Lindora
 (Adess’adesso ghe la voi far bella).
 Orazio
 Orsù montiamo in banco;
 voi col cantar il popolo attraete;
465ed io, come sapete,
 venderò quel vital contraveleno
 ch’io già composi di farina gialla,
 miele, vitriolo e galla,
 ch’è quel composto che si vende a maca
470dai ciarlatani in nome di teriaca.
 Cecchina
 Quanto rider io voglio!
 Orazio
                                            Andiamo al banco;
 se capitasse un qualche fazzoletto
 che fosse buono assai
 mettetelo in saccocia
475e a chi ve lo cercasse poi direte
 ch’egli si è perso e d’altro non sapete.
 Su via, signora Olimpia, a sti signori
 diamo divertimento.
 Oggi non parlo di medicamento.
 Cecchina
 
480   Che bella vita è quella dei birbanti,
 si gode il mondo a spalle dei baggiani,
 si mangia e beve senza aver contanti
 ed oggi non si pensa per dimani. (Canta)
 
 Orazio
 Adess’adesso canteremo il resto.
485Signori, in questo giorno
 d’interesse non parlo.
 Questo è l’arcano mio; chi vuol comprarlo?
 Costa un ducato al vaso
 ma, viva lor signori,
490più resister non posso,
 vi do per dieci soldi il vaso grosso.
 A che serve? A che vale?
 Eccovi la ricetta.
 Vivifica, putrifica,
495fa buona pelle, scalda, scaccia e sana
 ferite, maccature,
 botte, percosse, calci di cavallo.
 È buon per tutti i mali
 e con celerità guarisse i cali.
500Quelli che son vicin lunghin la mano,
 chi è da lontan mi getti il fazzoletto,
 signori, io vi prometto
 che sarete contenti.
 Oltre l’altre virtudi io cavo i denti
505a suon di campanello,
 meglio che non faceva il padoanello.
 Lindora
 Siori, non ghe credé, ch’el xe un furbazzo,
 credeme a mi, son vostro patrioto,
 mi son a tutti noto,
510gh’ho posto in piazza e gh’ho bottega vecchia
 e cavo denti meggio de Scarnecchia.
 Da tutti i forestieri
 che el mio valor contrasta
 me defendo col nome e tanto basta.
 
515   El mio balsamo è perfetto,
 el fa sempre bon effetto.
 
    Totorotò, tirititì,
 Purrichinella che dixe de sì.
 
 Orazio
 E chi è quel temerario
520che ardisce tanto?
 Lindora
                                    Tasi, che debotto
 sbianchisso i petoloni.
 Cecchina
                                           Che arrogante!
 Sfidatelo a pigliar qualche veleno.
 Orazio
 Briccone, ad un mio pari
 si parla in tal maniera?
525Ho il privilegio del gran can de’ Tartari
 e il mio saper profondo
 già mi rese famoso a tutto il mondo.
 Lindora
 Di’ pur quel che ti vuol, mi te cognosso.
 Siori, saveu chi l’è? L’è un tal Orazio
530che xe vegnuo da Roma.
 Dopo aver consumada ogni sostanza,
 dopo aver maltrattada so muggier,
 con culia, ch’è Cecchina so sorella,
 va caminando el mondo
535e facendo el mestier del vagabondo.
 Cecchina
 (Oimè siamo scoperti).
 Orazio
 È un mendace costui, nissun gli creda.
 Lindora
 Acciò che tutti veda
 che quel che digo xe la verità,
540mi son Lindora; mi son to muggier.
 Orazio, Cecchina
 Come! Che sento mai!
 Lindora
 Mi son quella, furbazzo,
 che t’ha vendù quei abiti
 co ti finzevi d’esser un pitocco
545e quella scagazzera...
 Cecchina
 A me questo? Guidona,
 aspettami che vengo.
 Lindora
 Vien pur, che za t’aspetto.
 Te vo’ maccar el muso.
 Orazio
550Presto, presto fermate.
 Cecchina
 Eccomi.
 Lindora
                  Vien avanti.
 Orazio
 Vi fate svergognar dagli ascoltanti.
 Lindora
 
    Questo qua xe mio mario.
 
 Cecchina
 
 Egli è ancora fratel mio.
 
 Orazio
 
555Tutte due ragione avete,
 che volete?
 
 Lindora
 
 Che ti vegni a star con mi.
 
 Cecchina
 
 Che tu resti voglio qui.
 
 Orazio, Lindora, Cecchina a tre
 
 La volete
 La volemio mai finir?
 La vogliamo
 
 Orazio
 
560   Meglio è dunque, donne care,
 che torniamo in compagnia.
 
 Lindora, Cecchina a due
 
 Con culia no voggio
                                     star.
 Con colei non voglio
 
 Orazio
 
 Dunque addio, lasciatemi andar.
 
 Lindora
 
    Oe fermeve.
 
 Cecchina
 
                             Non partite.
 
 Lindora
 
565Senza vu non voggio star.
 
 Cecchina
 
 Senza voi non voglio star.
 
 Orazio
 
    O aggiustatela fra voi
 o vi lascio tutte due.
 
 Lindora
 
 Mi voi esser la patrona.
 
 Cecchina
 
570Ed io pur voglio esser tal.
 
 Orazio
 
    Faremo così,
 un giorno per una.
 Vi basta?
 
 Lindora, Cecchina
 
                     Sì sì.
 
 Orazio
 
    Cara consorte.
 
 Lindora
 
575Marito bello.
 
 Cecchina
 
 Dolce fratello.
 
 a due
 
    Mi sento tornare
 la pace nel sen.
 
 Orazio
 
 Andiamo.
 
 Cecchina
 
                      Vi sieguo.
 
 Lindora
 
580Son vostra muggier.
 
 tutti
 
    Così il mondo caminando
 diremo cantando
 che la birba è un bel mistier.
 
 Fine dell’intermezzo