La birba, Venezia, Zatta, 1794

 SCENA IV
 
 Cecchina
                                         Olà, fermeve;
 disì, che diavol feu?
 Lindora
160Sto tartaggia insolente
 con i so cani m’ha levà la zente.
 Orazio
 Ella è una bu... bugiarda.
 Cecchina
 E no v’a vergugnè
 in piazza a taccar lit?
165Più tost che circulant
 me parì du birbant.
 Orazio
                                       Di... dite bene,
 co... colei è una che non sa nula,
 più ignorante e ostinata di una mula.
 Lindora
 E vu siora chi seu?
 Cecchina
170No vediv? Urtadora;
 e sì a da Bulogna son.
 Lindora
                                          Steme lontan.
 Cecchina
 
    Se chi son saver volì
 vel dirò, steme a scultar.
 Basta ben che non ridì
175nel sentirm a rasonar.
 
    La mi mama fu Menghina,
 mi papà Bartolamiè,
 i vendean la porcelina
 alla tor d’i Asiniè.
 
 Orazio
180(Oh quanto agl’occhi miei
 va piacendo costei!)
 Lindora
                                       No me despiase
 sta vostra profession.
 Cecchina
                                         Se a v’ cuntintè
 farem, com se sol dir, tra nu de balla.
 Lindora
 Come sarave a dir?
 Orazio
                                      Che cocalona!
 Cecchina
185El zerc non intendì? Farem de balla
 vul dir che s’unirem tutti tri assiem.
 Spartirem el vadagn
 e goderem el mond ai spal del gonz,
 za sem de quella razza
190che per non lavorari batte la piazza.
 Lindora
 Per mi son contentissima. (In sta forma
 nell’arte del birbar sarò perfetta).
 Orazio
 Anch’i... ch’i... ch’io mi contento.
 (Già per costei ardere il cor mi sento).
 Cecchina
195(Così costoro mi faran le spese,
 fin che possa tornar al mio paese).
 Lindora
 Orsù via scomenzemo,
 voi che tutta la zente a nu tiremo.
 
    Cari signori, vi voglio pregare,
200questo sarà per vostra cortesia,
 tutti d’accordo volerme ascoltare
 se avé voglia de star in allegria.
 
 Orazio
 Ma l’ora si fa tarda
 e qui non viene alcuno;
205meglio è che ce ne andiamo all’osteria
 a stabilir la nostra compagnia.
 Lindora
 Come? No tartaggié?
 Orazio
                                         Oibò pensate!
 È questa una finzione, acciò che il popolo
 di me piacer si prenda
210e con più gusto il suo danaro ei spenda.
 Lindora
 Oh cossa sentio mai?
 Cecchina
                                         Se voi credete
 che bolognese io sia,
 v’ingannate, signori, in fede mia;
 per celarmi qual sono,
215in un linguaggio forastier ragiono.
 Lindora
 Poderavio saver con verità
 chi sé? Za semo tutti d’una lega.
 Orazio
 Io sono Orazio galantuom romano.
 Cecchina
 Io son Cecchina giovine romana.
 Lindora
220E mi che son Lindora veneziana
 ve mando a far squartar.
 Ti ti xe mio mario
 e ti quella petegola sfazada
 Cecchina mia cugnada.
 Cecchina
                                             Orazio voi?
 Orazio
225Cecchina tu?
 Cecchina, Orazio a due
                           Che vedo?
 Orazio
 Ma come in questi panni
 e a far questo mestier ti sei ridotta?
 Cecchina
 Da voi perseguitata
 deliberai fuggir.
 Orazio
                                 Or che far pensi?
 Cecchina
230Eh via ch’io questi conti
 non rendo ad un fratello
 che ha nella testa sua poco cervello.
 Orazio
 E voi siete Lindora?
 Lindora
 Son quella apponto, cara la mia zogia.
 Orazio
235Volete star con me?
 Lindora
                                       Va’ pur al bogia.
 
    Sì furbazzo, son Lindora,
 no te voggio; va’ in malora;
 basta quel che ti m’ha fatto.
 
 Orazio
 
 No no no, non son sì matto.
 
 Cecchina
 
240Io non voglio star con voi.
 
 a tre
 
 Ognun tenda a’ fatti suoi.
 
 Lindora
 
    Mi viverò cantando.
 
 Orazio
 
 Io pure tartagliando.
 
 Cecchina
 
 Ed io cavando macchie
245il mondo goderò.
 
 a tre
 
    E viva la birba
 e chi l’inventò.
 
 Lindora
 
    Se mai più ti me trovassi
 no me star gnanca a vardar.
 
 Orazio, Cecchina a due
 
250   Se mai più ti me incontrassi
 guarda ben a non parlar.
 
 a tre
 
    No sicuro.
 
 Lindora
 
                         Ve lo zuro.
 
 a tre
 
 Ognun tenda al suo mestier.
 
 Lindora
 
    Chi vuol canzon novelle?
 
 Cecchina
 
255Chi vuol terra per le macchie?
 
 Orazio
 
 Chi chi vuol ve... vedere
 ba... balar i cani?
 
 a tre
 
 Per il resto vi protesto
 che sempre dirò:
260«E viva la birba
 e chi l’inventò».
 
 Fine della prima parte