Il talismano, Milano, Bianchi, 1779

Vignetta Frontespizio
 ATTO SECONDO, SCENA II
 
 PERILLO, poi GIANNINA
 
 Perillo
 Cardano è un uomo accorto;
1760chi sa ch’ei non riesca
 nel bizzarro progetto? Carolina,
 opra sia di natura oppur del fato,
 merta d’esser felice e in altro stato.
 Giannina
 Veggiam se questi zingani
1765avessero una polve, una bevanda,
 una pianta, un lapillo (Non vedendo Perillo)
 per far all’amor mio tornar Perillo.
 Eccolo appunto. Oh cieli!
 Perillo in libertà. Vieni Perillo.
 Perillo
1770Che vuoi dai fatti miei? (Sentendosi nominare)
 Giannina
 In prigione non sei?
 Perillo
                                        Non ti ha portata
 il demonio all’inferno?
 Giannina
                                            Cuor ribaldo,
 tu merti ch’una stanza
 là ti sia preparata.
 Perillo
1775Tu merti esser da un orso pettinata.
 Giannina
 Che ti ho fatto crudel?
 Perillo
                                           Tutto quel male
 che far, che dir, che immaginar potesti.
 Per te fui di Pancrazio
 dalla casa scacciato;
1780per te sono esiliato ed oggi ancora
 perfida avesti il merto
 d’introdurre il notar che mi ha scoperto.
 Giannina
 Fu caso, fu accidente
 ma l’accidente, il caso
1785mi servì questa volta a meraviglia
 per punir un indegno,
 per scoprir, per troncar il tuo disegno.
 Perillo
 Parti, non provocarmi.
 Se seguiti a annoiarmi...
1790sai di che son capace...
 Vattene via di qua, lasciami in pace.
 Giannina
 Come, minacci ancor? Perfido indegno
 se mi metto all’impegno
 mi voglio vendicar, sprezzarti ognora
1795e mandarti alla fine alla malora.
 
    Crudele in altro aspetto
 fra poco mi vedrai.
 Di me ti stupirai,
 io riderò di te.
 
1800   E per maggior tua pena
 tu mi verrai dappresso
 pietà chiedendo spesso
 ma non l’avrai da me.
 
    Perillo mio carino,
1805pazienza aver ti tocca,
 via nettati la bocca,
 non son boccon per te.