Il talismano, Milano, Bianchi, 1779

Vignetta Frontespizio
 ATTO PRIMO, SCENA XIV
 
 Nel finale dopo le parole di Perillo: «Sono notaio, sono dottor»
 
 Sandrina
 
    Perillo amabile
 ah qual consiglio.
 
 Carolina
 
    Inevitabile
 è il suo periglio.
 
 Lindoro
 
1555   Qualche gran male
 gli arriverà.
 
 Carolina
 
    Pongasi a mano
 il talismano
 e in ogni evento
1560al caro amico
 render io spero
 la libertà.
 
 Giannina (Arriva correndo e fortemente agitata)
 
    Signor padrone,
 signor padrone
1565oh che gran cosa,
 sopravvenuto
 il suo notaio
 ben conosciuto,
 dice che l’altro
1570è un mentitore,
 un impostore,
 un ribaldaccio.
 
 Pacrazio (Levandosi impetuosamente)
 
    Ah cospettaccio,
 brutto nasaccio
1575dimmi, chi sei?
 
 Perillo
 
 Ohimè che impaccio;
 son del notaio
 il sostituto.
 
 Pacrazio
 
 Or lo vedremo,
1580venga quell’altro.
 
 Sandrina, Carolina, Lindoro, Perillo a quattro
 
 Ohimè ch’io temo
 ch’ei sia
                   scoperto.
 d’esser
 Qualche sconcerto
 qui nascerà.
 
 Notaio
 
1585   Servo lor, signori miei.
 
 Pancrazio
 
 Dite un poco in confidenza
 chi è costui?
 
 Notaio
 
                          Voi lo saprete.
 
 Pancrazio
 
 Come! Voi nol conoscete?
 
 Notaio
 
 Per l’appunto dite il ver.
 
 Pancrazio
 
1590   Come! Dite; il vostro alunno,
 Fiordaliso, il sostituto,
 dite, voi non conoscete?
 
 Notaio
 
 Flemma; piano; adagio un poco.
 Io notaio graduato
1595manu propria attesto e giuro
 che costui non vidi mai,
 che non so né meno il nome,
 che ne ignoro il quando, il come
 in palazzo pose il piè.
 
 Perillo
 
1600   Meno burle, mio signore
 da scherzar tempo non è.
 
 Notaio
 
    No; non scherzo. Olà! Chi sei?
 
 Perillo
 
 Son dottor.
 
 Notaio
 
                        Un impostore.
 
 Perillo
 
 Menzogner.
 
 Notaio
 
                         Sì ch’egli è vero.
1605Sei birbante ed assassino,
 cabalista e barattino.
 Il tuo ardir t’ha qui introdotto
 certo a togliermi il prodotto
 benché scarso del meschino
1610privativo mio mestier.
 
    Ah sacrilego furfante.
 
 Perillo
 
 Ah bugiardo ed arrogante,
 son dottor, non impostore;
 quel che vaglio hai da vedere,
1615or men vado a ricercare...
 
 Pancrazio
 
 Tu di qui non hai d’andare.
 
 Perillo
 
 Quest’affronto, questo torto
 giuro al ciel io non sopporto.
 
 Pancrazio
 
 Qui non serve far rumore.
 
 Notaio
 
1620Qui non giova far schiamazzo.
 
 Perillo
 
 Son dottor, son di palazzo
 e non soffro un disonore.
 
 Pancrazio
 
 Ingannar non mi potrai.
 
 Notaio
 
 E di qui non sortirai
1625se il tuo nome, il tuo cognome
 non risolvi di svelar.
 
 Perillo
 
    Ah tremate quanti siete,
 sì fra poco voi vedrete
 se un notaio, se un legale
1630si saprà ben vendicar.
 
 Pancrazio
 
    Parla dunque, di’, chi sei?
 
 Perillo
 
 Ah cospetto dico a lei... (Perillo battesi il petto e gli cade il naso posticcio)
 
 Pancrazio
 
 Che! Tu qui ne’ tetti miei;
 gente, birri, guardie, olà.
 
 Lindoro
 
1635   Ciel, soccorso!
 
 Sandrina
 
                                Siam spacciati.
 
 Lindoro
 
 Al soccorso, presto, presto.
 
 Pancrazio
 
 E un bandito, un fuoruscito
 colla taglia sulla testa
 ebbe ardir qui porre il piè?
1640Tu l’avrai da far con me.
 
 Perillo
 
    Ah signor, sol per amore
 fui scacciato ed esiliato
 e del nuovo fallo mio
 la cagion fu solo amor.
 
 Sandrina, Perillo, Lindoro a tre
 
1645   D’un amante disgraziato
 la pietà vi parli al cor.
 
 Pancrazio
 
    Eccomi agli ordini
 dell’illustrissimo
 e sapientissimo
1650signor dottor. (Con ironia)
 
    No, birbante, refrattario
 degli editti irrefrangibili
 no, fra i casi contingibili,
 la pietà non è per te.
 
1655   Già t’attende, già t’aspetta
 la giustizia, la vendetta
 e d’un giudice oltraggiato
 tutta tutta hai da provare
 la fatal severità.
1660Guardie... Guardie... Eccole qua. (Carolina in abito da sargente con guardia di granatieri)
 
 Carolina
 
    Alto, alto. Comandate.
 
 Pancrazio
 
 Arrestate quel ribaldo
 e fra l’armi caldo caldo
 conducetelo in prigion.
 
 Lindoro, Sandrina, Perillo a tre
 
1665Per pietà, per compassion!
 
 Carolina
 
    Presentate l’armi
 baionetta in canna
 il reo circondate;
 marciate, marciate. (Eseguiscono i movimenti militari e condotti da Carolina partono)
 
 Lindoro, Sandrina, Perillo a tre
 
1670   Per pietà, per compassion.
 
 Pancrazio
 
 Conducetelo in prigion.
 
 Pancrazio, Giannina, Notaio a tre
 
    Non mi move il suo dolore,
 s’abbandoni alla sua sorte.
 Un esempio sia d’orrore
1675a’ suoi pari il traditor.
 
 Lindoro, Sandrina a due
 
    Ah mi trema in seno il core,
 sono incerto di sua sorte
 e fra mille idee d’orrore
 va crescendo il mio dolor.
 
 Lindoro
 
1680   Cosa ha fatto finalmente?
 
 Sandrina
 
 Per amor è delinquente,
 il suo fatto è per amor.
 
 a due
 
 Egli merita pietà.
 
 Pancrazio, Giannina, Notaio a tre
 
    Un birbante, un impostore
1685non è degno di pietà.
 
 Sandrina
 
    Ah Giannina rammentate. (A Giannina)
 
 Giannina
 
 Più non penso al traditor. (A Sandrina)
 
 Lindoro
 
    Ah per lui voi perorate. (Al notaio)
 
 Notaio
 
 No; m’ha offeso nell’onor. (A Lindoro)
 
 Lindoro, Sandrina a due
 
1690   Il rigor deh sospendete.
 
 Pancrazio
 
 Lo scusate? Il difendete?
 
 Giannina, Notaio, Lindoro, Sandrina a quattro
 
 Ah
         per questo più severo
 
                         mio
 provar deve il         rigor.
                         suo
 
    Ah fra poco sul meschino
1695sfogherà quel suo rigor.
 
 Carolina
 
    Poverin, poverin, poverino!
 Ho veduto, ho veduto il meschino
 maltrattato, legato, tirato,
 in prigione, carpone cacciato.
1700Ahi ahi ahi che gran crudeltà.
 Ahi che male, che male mi fa.
 
 Sandrina, Lindoro a due
 
    Ahi ahi ahi, che gran crudeltà.
 
 Pancrazio, Giannina, Notaio a tre
 
 Ah ah ah, da rider mi fa.
 
 Lindoro
 
    Povero amico!
 
 Carolina
 
                                L’amico è scappato. (A Lindoro)
 
 Sandrina
 
1705Povero amante!
 
 Carolina
 
                                L’amante è salvato. (A Sandrina)
 
 Lindoro, Sandrina a due
 
 Cara voce, che gioia mi dà.
 
 Pancrazio
 
    Qual motivo gioiosi vi fa.
 
 Carolina
 
 Ahi ahi ahi, che gran crudeltà.
 Ahi che male, che male mi fa.
 
 Sandrina, Lindoro a due
 
1710   Ahi ahi ahi, che gran crudeltà.
 
 Pancrazio, Giannina, Notaio a tre
 
 Ah ah ah, da rider mi fa.
 
 Coro
 
 Pancrazio, Giannina, Notaio a tre
 
    Creppi, schiatti l’impostore
 dato in preda al suo malanno,
 che al suo pianto, al suo dolore
1715il mio cor giubbilerà.
 
 Carolina, Lindoro, Sandrina a tre
 
    Oh che gusto, che diletto
 che l’amico sia salvato,
 quel vecchiaccio maledetto
 di dispetto creperà.
 
 Fine delle mutazioni dell’atto primo