La birba, Venezia, Zatta, 1794

 SCENA II
 
 CECCHINA al balcone e detto
 
 Cecchina
25Siete voi, fratel mio?
 Orazio
 Sì, sorella, son io.
 Cecchina
 In camiscia perché?
 Orazio
                                        La mia disgrazia
 mi ridusse così.
 Cecchina
                                Come?
 Orazio
                                                Di casa
 per i debiti miei fui discacciato.
 Cecchina
30Io non saprei che farvi.
 Orazio
                                             In questo stato
 non vi muovo a pietà?
 Cecchina
                                           Me ne dispiace.
 Orazio
 Soccoretemi dunque.
 Cecchina
                                          Andate in pace.
 Orazio
 Come? Sorella ingrata,
 meco così spietata?
35Sapete quanto amor che vi portai.
 Cecchina
 Io veramente il vostro amor provai,
 quando mi discacciaste
 di casa sì vilmente
 e la mia dote riduceste in niente.
 Orazio
40(Ella ha ragion ma voglio far il bravo).
 Orsù non tante ciarle,
 datemi da vestire; se da uomo
 abiti non avete
 datemi un qualche andrien che tanto serve.
 Cecchina
45Ma da una miserabile
 che vorreste voi mai?
 Orazio
 Orsù, Cecchina, ho pazientato assai.
 O aprite questa porta
 o giù la getterò.
 Cecchina
50Aspettate fratel, ch’io l’aprirò.
 (S’inganna, se m’aspetta;
 vuoto la casa e me ne fuggo in fretta).
 Orazio
 Ma una gondola giunge.
 Sarà forse mia moglie. Oh questa è bella,
55che fuor di casa dovrà stare anch’ella.