La cameriera spiritosa, Milano, Bianchi, 1766

Vignetta Frontespizio
 SCENA XIII
 
 Appartamenti.
 
 LUCREZIA, poi il CAVALIERE
 
 Lucrezia
 Sempre più la mattassa
 intricando si va; ma non dispero
885il bandolo trovar. Tempo e mi basta.
 Esser può che mi riesca
 a forza di raggiri
 far che ognun mi ringrazi e ognun respiri.
 il Cavaliere
 Sposa mia, per pietà.
 Lucrezia
                                          Che vi è accaduto?
 il Cavaliere
890Oh ciel! Non vi ho veduto
 saran più di tre ore;
 voi principiate a tormentarmi il cuore.
 Lucrezia
 Ma, signor, perdonate,
 le donne non von essere assediate.
 il Cavaliere
895Assediate? Ah crudele,
 la sollecita cura
 di un tenero amator vi reca tedio?
 Voi la sfuggite e la chiamate assedio.
 Lucrezia
 (Oh riderei di cor).
 il Cavaliere
                                      Deh permettete
900ch’abbia l’onor di dirvi,
 senza offender l’amor che a voi mi lega,
 che la germana vostra
 parmi più compiacente e men severa.
 Lucrezia
 Chi?... Costanza?
 il Cavaliere
                                  Ella stessa.
 Lucrezia
                                                        Oh bene adunque,
905s’ella vi piace più, se la trovate
 conforme al genio vostro...
 il Cavaliere
                                                  No, mia vita
 offendervi non credo...
 Lucrezia
 Se volete Costanza, io ve la cedo.
 il Cavaliere
 Ma no...
 Lucrezia
                  Ma sì...
 il Cavaliere
                                  Ma se di voi soltanto
910adoratore io sono.
 Lucrezia
 Ma se non voglio più...
 il Cavaliere
                                            Pietà, perdono. (S’inginocchia a’ piedi di Lucrezia)