La cameriera spiritosa, Milano, Bianchi, 1766

Vignetta Frontespizio
 SCENA V
 
 Il CONTE e detti
 
 il Conte
 Come! Leandro qui? Come? Perché?
 Leandro
 (Son perduto). (Si alza dal tavolino)
 il Cavaliere
                               Lasciate
 ch’ei mi faccia un disegno. (Al conte)
 il Conte
                                                    E qual disegno?
 il Cavaliere
 Di un vestito novel per la mia sposa.
 il Conte
680Chi? Costui?
 il Cavaliere
                           Non è egli
 un buon disegnator?
 il Conte
                                         Lasciatel fare,
 vi accorgerete poi
 qual disegno ei farà sopra di voi.
 Leandro
 Scusatemi signor... (Al conte)
 il Conte
                                       Mi meraviglio
685che abbiate l’arditezza
 di persistere ancor, senza rossore,
 a venire in mia casa a far l’amore.
 Leandro
 Vi domando perdon...
 il Cavaliere
                                           Via non c’è male, (Al conte)
 s’egli è da maritar, non è gran colpa
690ch’egli faccia l’amore a una fanciulla.
 il Conte
 Voi parlate così? (Al cavalier con meraviglia)
 il Cavaliere
                                  Così ragiono
 perché son giusto e galantuomo io sono.
 Leandro
 (Temo, spero, non so).
 il Conte
                                            Ma voi, signore,
 che dovete sposar la mia figliola,
695voi parlate così? (Al cavalier con più forza)
 il Cavaliere
                                  Che importa a me?...
 il Conte
 Che importa a voi? (Scaldandosi)
 il Cavaliere
                                       Che importa,
 s’io sposo la padrona,
 ch’egli sposi, se vuol, la cameriera?
 il Conte
 La cameriera? (A Leandro con sorpresa ma senza finzione)
 Leandro
                               Sì signor, Lucrezia. (Pronto)
 il Conte
700Questa è un’altra faccenda.
 Fin qua glielo concedo. (Al cavaliere)
 (Voglio dissimular ma non lo credo). (Da sé)
 il Cavaliere
 E di chi credevate
 ch’egli fosse invaghito? (Al conte)
 il Conte
                                              Che so io?
705Confesso l’error mio. Non so che dire.
 Certo che in questa casa
 non può un disegnatore
 che per la serva concepire affetto.
 (Non vuo’ che il cavalier entri in sospetto).
 il Cavaliere
710Compatitelo adunque. Io lo proteggo
 e a voi lo raccomando; (Al conte)
 e voi del mio comando (A Leandro)
 siate veloce esecutor. Io voglio
 un disegno... un disegno... verbigrazia,
715fatto con precisione e buona grazia.
 
    Figuratevi un vestito
 fatto come... un gran vestito.
 Riccamato a tutta moda,
 fianchi, liste, schiena e coda. (A Leandro)
720Ah che dite? Penso bene? (Al conte)
 Che conviene immaginar. (A Leandro)
 
    Intrecciar colla verdura
 un pochin d’architettura.
 Fiori, frutti ed animali
725e le piante principali,
 tra le quali voglio unite
 queste due, l’olmo e la vite.
 Ah che dite? Un testimonio (Al conte)
 del fecondo matrimonio
730sul vestito ha da spiccar. (Parte)