La bella verità, Bologna, Sassi, 1762

Vignetta Frontespizio
 SCENA IV
 
 PETRONILLA, ANGIOLINA e CLAUDIO
 
 Petronilla
 Eh si fa presto a dire:
120«Farò di tutto». Sulla scena poi
 il tutto che si sa passabilmente
 per soggezion si riduce al niente.
 Angiolina
 Io certo a recitare
 principiai di buonora,
125sono avvezza al mestier ma tremo ancora.
 Specialmente in Bologna ho più che altrove
 soggezione e timor. Qui si distingue
 chi sa da chi non sa. Quivi non basta
 un po’ di cantucciar; ma è necessario
130recitare a dover. Non v’è nel mondo
 chi conosca il teatro
 e sappia quel che a’ buoni attor bisogna
 più della dotta mia cara Bologna.
 Claudio
 Sì, ma non v’è nel mondo
135chi meglio sappia compatir di lei.
 Anche i difetti miei
 so che son tollerati
 da questi illustri cittadin bennati.
 Petronilla
 Dunque anch’io mi lusingo
140della stessa bontà. Si sa ch’io sono
 debole principiante e se cortesi
 degneran compatirmi,
 valerà il loro dono a incorraggirmi.
 Ma vorrei, se potessi,
145provar quest’aria mia né c’è nessuno
 che mi accompagni.
 Claudio
                                       Che bisogno avete
 d’essere accompagnata?
 Non sapete suonar passabilmente?
 Petronilla
 Ne so poco o niente,
150pure m’ingegnerò.
 Bene o male farò quel ch’io potrò. (Si mette al cembalo e si accompagna da sé e canta)
 
    Fra le tempeste ancora
 tenta il nocchiero ardito
 di ritrovare il lito,
155di superare il mar.
 
    E del nemico fato...
 Ma il cembalo è scordato, (S’alza)
 la mano tocca invano
 i tasti che son guasti
160e non si può sonar. (Parte)