La donna di governo, Roma, Puccinelli, 1761

Vignetta Frontespizio
 SCENA II
 
 FULGENZIO e la suddetta
 
 Fulgenzio
 Mi rallegro, signora.
 Rosalba
                                        E donde viene
 questo riso affettato?
 Fulgenzio
1150Mi rallegro con lei che ha preso stato.
 Rosalba
 Io?
 Fulgenzio
          Chi dunque?
 Rosalba
                                    Mi sembra
 lo scherzare importuno.
 Fulgenzio
                                              Il mio pensiero
 di scherzare non è, se dico il vero.
 Rosalba
 Ma spiegatevi almeno.
 Fulgenzio
                                            Io bramerei
1155la spiegazion da lei. Perché sì tosto
 scordandosi di me si è fatta sposa?
 Rosalba
 Mi riesce la burla un po’ noiosa.
 Fulgenzio
 E a me noioso è il fatto.
 Sottoscritto il contratto
1160coi testimoni e col notaro or ora,
 negar vorreste ed ingannarmi ancora?
 Rosalba
 Io non vorrei, Fulgenzio,
 che l’amor vi facesse
 stordire e delirar.
 Fulgenzio
                                   Che bel consorte
1165che vi tocca goder! Vi doni il cielo
 pace, salute e prole.
 Rosalba
 Ma chi è costui?
 Fulgenzio
                                 Agapito del Sole.
 Rosalba
 Eh questa è una pazzia.
 Fulgenzio
 Piano, signora mia, non lo nasconda.
1170Or ora il vecchio stesso
 a tutto il vicinato
 questo suo matrimonio ha pubblicato.
 Rosalba
 Ma parliamo sul sodo.
 Scherzate? Ovver sognate?
 Fulgenzio
                                                   Io dico il vero.
 Rosalba
1175Qui vi è qualche mistero.
 Giuro sull’onor mio
 non mi parlò lo zio di tal affare
 dopo che a tutti due venne a strillare.
 Fulgenzio
 Ma pur disse per certo
1180Fabrizio che il negozio è bell’e fatto
 e nominò il notar che fe’ il contratto.
 Rosalba
 Conoscete il notar?
 Fulgenzio
                                      Sì, lo conosco.
 Abita qui vicino.
 Scrive male in volgar, peggio in latino.
 Rosalba
1185Mandiamolo a chiamar. Sentiamo un poco
 la novità qual è.
 Fulgenzio mio, fidatevi di me.
 Fulgenzio
 Oimè, respira il core.
 Manderò il servitore.
1190Sentirem dal notar che cosa è stato,
 se lo zio si è impegnato
 senza di voi, l’obbligazion non tiene.
 Ed io fra tante pene
 fondo la mia speranza
1195nella vostra dolcissima costanza.
 
    Tutto mi tolga il fato
 sino la vita istessa,
 solo quel cor serbato
 sia dal destin per me.
 
1200   Vita mi par felice,
 benché d’affanni oppressa,
 quando sperar mi lice
 il premio alla mia fé. (Parte)