La donna di governo, Roma, Puccinelli, 1761

Vignetta Frontespizio
 SCENA II
 
 LINDORA, poi CORALLINA
 
 Lindora
605Per dir la verità, seicento scudi
 mi caverian d’affanni;
 e già da mia sorella
 non li posso sperar neanche in trent’anni.
 Egli è ver che Ridolfo
610è un poco scapestrato,
 che ha il vizio di giocare
 ma il matrimonio lo potrà cambiare.
 Ecco qui Corallina.
 Corallina
                                     Cosa dite
 di quella impertinente di Rosalba?
615Ella ha avvisato il zio
 di tutto quel ch’è fra di noi passato
 e di Ridolfo in camera celato.
 Lindora
 Oh io, se fossi in voi,
 non la vorrei soffrir.
 Corallina
                                        Vo’ vendicarmi,
620voglio con lei rifarmi. Il suo Fulgenzio
 ho mandato a chiamar. Da lei verrà
 e la vo’ corbellar ma come va.
 Lindora
 Brava, così mi piace; e il tuo Ridolfo
 non lo vuoi consolar?
 Corallina
                                         Come!
 Lindora
                                                        Il meschino,
625credilo, fa pietà. Se di te parla,
 gli cascano dagli occhi
 lagrime grosse a guisa di gragnuola.
 Ascoltami, figliuola,
 non ti staccare dai consigli miei.
630Certo, s’io fossi in te, lo sposarei.
 Corallina
 Ma voi non mi diceste
 tanto male di lui?
 Lindora
                                   Per lo passato
 era un poco sviato,
 gli piaceva giocar; ma egli è al presente
635un uom da bene, un giovane prudente.
 Corallina
 Vedi? Non te l’ho detto?
 Lindora
                                               Son pentita
 d’averne detto male. Or ti consiglio
 sposarlo immantinente.
 Corallina
 Ed il padrone che dirà?
 Lindora
                                              Niente.
640Senza ch’egli lo sappia,
 puoi far sugli occhi suoi
 tutto quello che vuoi. Dimmi, il buon zio
 non crede che Ridolfo
 sia mio marito?
 Corallina
                                È vero.
 Lindora
645Bene, facciam così. Fa’ che Fabrizio
 una stanza ci dia nella sua casa
 per Ridolfo e per me creduti sposi.
 Egli di più non sa;
 se sia tuo, se sia mio, non s’avvedrà.
 Corallina
650Brava, brava, sorella. Qualche volta
 tu ne sai più di me.
 Lindora
                                       Siamo figliuole
 tutte due di una madre. Ad avvisare
 vado Ridolfo ed un notar conduco,
 per far dei tuoi sponsali l’instrumento.
655(E per la somma dei zecchin trecento).
 
    Tu non sai che bel piacere
 sia l’aver lo sposo allato.
 Io lo so che l’ho provato
 e vorrei provarlo ancor.
 
660   Un marito di buon cor
 ci consola, ci ristora,
 ci diletta, ci innamora.
 Ah non v’è più bel piacer.
 
    Lo so, quest’è ver,
665si pena talor,
 si strepita ancor,
 conviene soffrir.
 Ma il dolce martir
 compensa l’amor. (Parte)