L’amore artigiano, Venezia, Fenzo, 1761

Vignetta Frontespizio
 SCENA II
 
 BERNARDO e le suddette
 
 Bernardo
 Brava, così va bene.
 Cantare e lavorare
685e non stare sul balcone a civettare. (A Rosina)
 Rosina
 Prendi quest’altra manica, (La getta ad una scolara e prende un altro lavoro)
 fa’ che ambedue sien leste.
 Bernardo
 Quest’è il dover delle fanciulle oneste.
 Rosina
 Terminato quel telo,
690farai l’orlo a quest’altro. (Getta il telo in terra e la scolara lo strascina a sé e prende un altro lavoro)
 Bernardo
 Un po’ di carità
 per la robba degli altri.
 Rosina
                                             Oh voi verrete
 a insegnarmi il mestier! Che importa a noi
 che un abito s’impolveri e s’imbratti?
695Se li godan così, quando son fatti.
 Bernardo
 Signore delicate
 che gli abiti serbate
 con tanta gelosia, con tanto amore,
 veniteli a veder dalle sartore.
 Rosina
700Davver mi fate ridere.
 Tutti non fan così? Le vostre scarpe
 di stoffa o pur guernite
 le rendete davver belle e polite?
 Bernardo
 A proposito, io deggio
705fare un paio di scarpe
 di drappo. Hai qualche cosa
 di grazioso da darmi?
 Rosina
                                           Sì, prendete
 due ritagli di raso
 e un pezzo di brocato
710che per voi con industria ho risparmiato.
 Bernardo
 Cara la mia figliuola,
 tu sei proprio un oracolo.
 E vuoi precipitarti
 e vuoi mal maritarti?
715Giannin non è per te.
 Rosina
                                          Quello o nessuno.
 Bernardo
 Starai da maritar.
 Rosina
                                    Sì sì ma in casa
 non ci voglio più star.
 Bernardo
                                          Dove vuo’ ire?
 Rosina
 Se non ho quel ch’io voglio andrò a servire.
 Bernardo
 Sciocca, senza giudizio.
720Non vedi che Giannino
 non ti può mantener?
 Rosina
                                           Che importa a me?
 Purch’ei fosse mio sposo
 starei sotto una scala,
 viver sarei contenta
725col mio caro Giannin d’acqua e polenta.
 Bernardo
 Eh, fraschetta, tant’altre
 hanno detto così; ma poi col tempo
 cariche di miserie e di bambini
 avrian dato l’amor per sei quattrini.
 
730   Per un mese col marito
 la sposina allegra sta.
 Ma poi mangia il pan pentito
 e rimedio più non v’ha.
 
    Le carezze, le finezze
735son cambiate in bastonate.
 E l’amore se ne va
 fra dispetti e povertà.
 
    Ma non è niente,
 vengono i figli
740o che dolori!
 Quanti perigli!
 «Mamma del pane».
 «Pane non c’è».
 «Ho tanta fame».
745«Povera me».
 
    Se ti mariti
 così sarà.
 Povera pazza
 sta’ in libertà. (Parte)