L’amore artigiano, Venezia, Fenzo, 1761

Vignetta Frontespizio
 SCENA XII
 
 Camera in casa di madama.
 
 Madama COSTANZA con uno specchio in mano e poi FABRIZIO
 
 Costanza
 Ehi Fabrizio.
 Fabrizio
                           Madama
350venuto è il calzolaio
 e ha portate le scarpe.
 Costanza
                                           Ben; le lasci.
 Vada, torni se vuol, lo pagherò.
 Fabrizio
 Non vuol ora pagarlo?
 Costanza
                                           Adesso no,
 questo tuppè...
 Fabrizio
                              Perdoni,
355vi è il fabro che ha portato
 la chiave del burrò.
 Costanza
 Che torni.
 Fabrizio
                      Non permette?
 Costanza
                                                    Adesso no,
 guarda questo tuppè.
 Fabrizio
                                          Lasci che almeno
 licenzi gli operari che son di là.
 Costanza
360Spicciati.
 Fabrizio
                     (Vi è pur poca carità). (Parte e poi torna)
 Costanza
 Ora non vo’ nessuno e se costoro
 mi vogliono servire e il mio danaro
 vogliono guadagnare,
 quante volte mi piace han da tornare.
 Fabrizio
365Eccomi, sono andati.
 Costanza
 Guarda; da questa parte
 non va bene il tuppè.
 Fabrizio
                                         Perché?
 Costanza
                                                          Non vedi?
 È più basso di molto.
 Fabrizio
                                         È vero, è vero.
 Subito l’alzerò! Con permissione.
370(Mi convien secondar la sua oppinione). (Cava il pettine di tasca e le va rittoccando il tuppè)
 Costanza
 Eh tu per me, lo veggo,
 non hai più la premura
 che una volta mostravi.
 Fabrizio
                                             Oh cosa dice!
 Mi reputo felice
375d’avere una padrona sì cortese
 e un anno ch’io son qui mi sembra un mese. (Seguitando come sopra)
 Costanza
 Credo che tu lo vedi
 quanta ho per te parzialità.
 Fabrizio
                                                    Lo vedo,
 so ch’io son fortunato. (Come sopra)
 Costanza
380Ma all’amor che ho per te sei poco grato.
 Fabrizio
 Oh ciel! La mia padrona
 ha per me dell’amor?
 Costanza
                                          Sì quell’amore
 che aver pon le padrone.
 Amor di protezione,
385desio di far del bene. Avresti ardire
 di pensare altrimenti?
 Fabrizio
                                            Oh mia signora,
 conosco l’esser mio; di più non bramo.
 (Eh so che mi vuol ben).
 Costanza
                                               (Purtroppo io l’amo!)
 Vi è gente in anticamera.
 Fabrizio
                                                 Sì certo. (Accostandosi per vedere)
390Oh sa ella chi è? (Con allegrezza)
 Costanza
                                  Chi?
 Fabrizio
                                              La cuffiara.
 Vuol ch’io vada a veder?
 Costanza
                                               La non s’incomodi,
 signor cerimoniere,
 quando vengono donne è il suo piacere. (Con ironia)
 A provarmi le cuffie
395andrò alla tavoletta.
 Tu non stare a venir. Tu qui mi aspetta.
 
    Servi, obbedisci e spera,
 dolce è il servir sperando,
 sol bramo e sol domando
400rispetto e fedeltà.
 
    Forse ti sembro altera.
 Non mi conosci appieno.
 Quel ch’io nascondo in seno
 forse il tuo cor non sa. (Parte)