L’amore artigiano, Venezia, Fenzo, 1761

Vignetta Frontespizio
 SCENA VII
 
 ANGIOLINA di casa con una fanciulla colle scattole delle cuffie, poi BERNARDO
 
 Angiolina
 Chiarina, vieni meco,
 viemmi dietro bel bello e per la strada
205non ti stare a incantar. Guarda per terra;
 guarda di non cader, che non avessi
 le scattole dei fiori a rovesciare
 e le scuffie e i merletti a rovinare. (Alla fanciulla. Bernardo apre per di dentro la balconata della bottega e fa la solita mostra di scarpe)
 (Il padre della squincia
210apre adesso bottega e la figliuola
 stavasi a far l’amor mentr’ei dormiva.
 Non vo’ più scarpe; non vo’ più amicizia
 né con lui né con lei.
 Vecchiaccio rimbambito,
215di stroppiarmi le piante avrai finito).
 Bernardo
 Angiolina. (Dalla balconata)
 Angiolina
                       Che c’è?
 Bernardo
                                         Le vostre scarpe
 son di già terminate.
 Angiolina
                                         Dopo un mese?
 Gran premura per me che avete avuta!
 Tenetele per voi, son provveduta.
 Bernardo
220Voi prescia non mi deste,
 perciò pria non le aveste,
 quando prometto differir non soglio.
 Eccole, sono fatte. (Fa vedere le scarpe dalla balconata)
 Angiolina
                                    Io non le voglio.
 Bernardo
 Oh cospetto di Bacco! (Esce colle scarpe in mano)
225Prenderle voi dovrete.
 Angiolina
                                           Non le prendo,
 se credo di morir.
 Bernardo
                                    Per qual ragione?
 Angiolina
 Perché... perché non voglio
 aver nulla che far con casa vostra.
 E se vostra figliuola
230non averà giudizio
 nascerà un precipizio.
 Bernardo
                                           E che vi ha fatto?
 Angiolina
 Nol sapete?
 Bernardo
                         Nol so.
 Angiolina
 Perché dunque il sappiate, io vel dirò.
 
    Voi Giannino conoscete,
235conoscete il legnaiuolo,
 era tanto il buon figliuolo.
 Volea tanto bene a me.
 
    Vostra figlia simoncina,
 l’illustrissima Rosina
240quell’ingrato mi ha rubato,
 perché tutti vuol per sé.
 
    Della mia collera,
 del mio rammarico
 giusto giustissimo,
245mastro carissimo,
 quest’è l’origine,
 quest’è il perché. (Parte colla fanciulla)