Amor contadino, Venezia, Fenzo, 1760

Vignetta Frontespizio
 SCENA XIII
 
 La LENA, CIAPPO e i due villani
 
 Ciappo
925Lena, amor mio.
 Lena
                                 Va’ via.
 Ciappo
                                                 Mi scacci ancora?
 Lena
 Non ti posso vedere.
 Ciappo
                                        In grazia almeno
 d’averti liberata,
 usami carità, mostrati grata.
 Lena
 (Certo, s’egli non era,
930sarei meschina o strapazzata o morta).
 Ciappo
 Non gradisci il mio amor?
 Lena
                                                  Non me n’importa.
 Ciappo
 Pazienza. Torna almeno
 l’afflitto padre a consolar; meschino
 ei piange, poverino, e si dispera.
 Lena
935(Povero padre mio).
 Ciappo
                                        Vieni, carina.
 Via, non mi far morire.
 Lena
 Teco non vo’ venire.
 Ciappo
 Perché, colonna mia?
 Lena
 Non vo’ dare alla Ghitta gelosia.
 Ciappo
940Credimi, te lo giuro.
 Di lei nulla mi curo. Quel che ho fatto
 ho fatto per vendetta.
 Sei tu la mia diletta.
 Il tuo fedele io sono.
945Se ti offesi mio ben, chiedo perdono. (S’inginocchia)
 Lena
 (Ah non posso resistere.
 Piangere son forzata). (Piange)
 Ciappo
 Ah tu piangi, ben mio? Sei tu placata? (S’alza)
 Lena
 No.
 Ciappo
           Che brami di più?
 Lena
                                               Giura che mai
950Ghitta non amerai.
 Ciappo
                                      Lo giuro al cielo.
 Lena
 (Or contenta son io).
 Ciappo
                                         Ma dimmi, o cara,
 se mi amasti finor, se mi amerai.
 Lena
 Non lo dissi, nol dico e nol saprai.
 Ciappo
 Misero me! Pazienza, almen ritorna
955meco al paterno albergo.
 Lena
                                               Oh questo no.
 Ciappo
 Vuoi qui sola restar?
 Lena
                                         Teco non vo’.
 Ciappo
 Ah se meco non vuoi, deh lascia almeno
 vi accompagnino questi
 giovani saggi, onesti.
 Lena
                                         Sì, con essi
960a casa tornerò, perché mio padre
 più non provi per me pena e cordoglio;
 ma tu stammi lontan, ch’io non ti voglio.
 
    Se hai piacer di darmi gusto,
 mai d’amor non mi parlar.
965Ma non fare il bellimbusto,
 non andare a civettar.
 
    Non parlar con mia sorella
 né mi dir ch’io son gelosa;
 non mi dir ch’io sono bella,
970non mi dir ch’io son vezzosa.
 E a mio padre per isposa
 non mi stare a domandar.
 
    Sei capace? Ti dispiace?
 Se farai sempre così,
975forse un dì dirò di sì.
 Ma per ora non lo so,
 voglio dire ancor di no. (Parte)