Amor contadino, Venezia, Fenzo, 1760

Vignetta Frontespizio
 SCENA X
 
 CIAPPO, poi la GHITTA
 
 Ciappo
 Oh Ciappo sfortunato!
 Son bello e licenziato. Ma chi sa?
 Voglio ancora sperar. Vedute ancora
355ho dell’altre fanciulle
 che amano e ai loro amanti fanno il grugno
 e dan lor qualche pugno
 e dicono di no sino a quel punto,
 poi dicon sì, quando il momento è giunto.
 Ghitta
360L’hai saputa la nova?
 Ciappo
                                         No; qual nova?
 Ghitta
 Silvio ha chiesto a mio padre
 in isposa la Lena.
 Ciappo
                                   Ah son schernito.
 Della Lena il disprezzo ora ho capito.
 Perfida! Lasciar me pel giardiniere?
365Per un che è forastiere,
 che non si sa chi sia?
 Tuo sarà il danno e la sfortuna è mia.
 Ghitta
 Non sai tu chi è la Lena?
 È sciocca e non conosce e non sa nulla.
370Io sì son tal fanciulla
 che il merito distingue e se Ciappino
 mi volesse quel ben ch’ei volle a lei,
 fortunata davver mi chiamerei.
 Ciappo
 Ah Ghitta mia, non posso.
 Ghitta
375Perché?
 Ciappo
                  Perché ho donato
 il mio povero core a un core ingrato.
 Ghitta
 Eh un don mal corrisposto
 ripigliare si può liberamente
 e poi farne presente
380a me che lo terrò come un gioiello.
 Ciappo
 Il mio povero cor non è più quello.
 
    Era il mio core un dì
 come sull’alba è il fior.
 Or non è più così.
385L’ha strapazzato amor.
 
    Lacero, secco e nero,
 perso ha l’odor primiero,
 non è più fiore al tatto,
 arrida paglia è fatto;
390non è più fior per te.
 Non v’è più core in me. (Parte)