La fiera di Sinigaglia, Venezia Zatta, 1794

 SCENA V
 
 GRIFFO e detto
 
 Griffo
                                    Signor Orazio,
 la ragione cantante
120Pandolfi e Malcontenti
 contro di voi esclama
 e, compatite, truffator vi chiama.
 Orazio
 Come! Non ho girato
 a suo favor la lettera
125sopra Isacco Valcerca in Inghilterra?
 Griffo
 Questo nome inventato
 non vi è, non è mai stato,
 si sa che questo è l’uso
 di certi mercadanti
130che per tirar innanti
 e coglier tempo da saldare i conti
 lettere false ad inventar son pronti.
 Orazio
 Di voi mi meraviglio.
 Il mio stil non è questo.
 Griffo
135La lettera è in protesto;
 incognito è il traente,
 sognato è l’accettante; e il giratario,
 che a voi la mercanzia
 fidò del suo paese,
140vuol da voi la valuta e più le spese.
 Orazio
 Pagherò; mi dia tempo.
 Griffo
                                              È già passato
 il tempo concordato; egli sospetta
 di fraude e di malizia
 e ricorrere intende alla giustizia.
 Orazio
145Come! Contro un par mio?
 Non si sa chi son io?
 Griffo
                                        Nessun ci sente.
 Si sa, signor Orazio,
 che siete rifinito
 e che vi manca poco a andar fallito.
 Orazio
150Non è ver, non è vero,
 ho roba, ho capitali,
 ho crediti, ho quattrini,
 ho pieni i magazzini
 e in dogana vi son di mia ragione
155più di sedici balle di cotone.
 Griffo
 Bene, se voi volete,
 farò che in pagamento
 le balle di coton siano accettate.
 Orazio
 Ehi! Sono ipotecate. (Piano a Griffo)
 Griffo
160Via, dunque d’altri generi
 fate l’assegnamento. Non diceste
 che avete i magazzini
 pieni di mercanzia?
 Orazio
 Ehi! Non è roba mia. (Piano come sopra)
 Griffo
                                          Dunque in contanti
165il debito pagate.
 Orazio
 Ma voi mi tormentate.
 Griffo
                                            Sì, ho capito.
 Bondì a vossignoria,
 pensateci da voi, ch’io vado via.
 Orazio
 No, fermate, sentite.
 Griffo
                                        E che volete?
 Orazio
170Aiutatemi voi, se lo potete.
 Griffo
 Confidatemi il vero
 ed io vi assisterò.
 Orazio
 Sono un uomo d’onore e pagherò.
 Griffo
 Ma non basta.
 Orazio
                             Cospetto!
 Griffo
175Via, parlatemi chiaro;
 non avete né roba né danaro?
 Orazio
 Per dir la verità
 or sono un poco scarso e se potessi
 trovar delle ragioni...
 Griffo
180Non potete dispor di quei cotoni?
 Orazio
 Gli ho disposti una volta e ho da spedirli
 a un mio corrispondente
 e ho incassato il valsente.
 Griffo
                                                Vi dirò;
 in caso di bisogno
185ho veduto degl’altri in vita mia
 vendere a due la stessa mercanzia.
 Orazio
 Non dite mal; ma temo
 che siano i miei cotoni
 un pochino patiti e non si possa
190col denaro esitarli.
 Griffo
 Cercherò d’impegnarli.
 Ritroverò qualcuno
 di quei che soglion dare
 al sei per cento ma col pegno in mano.
 Orazio
195Griffo, mi raccomando;
 fatemi comparir. Presentemente
 di denari e di roba io non abbondo
 ma un mercante son io famoso al mondo.
 
    Pochi san lo stato mio
200e un mercante qual son io
 in Italia non si dà.
 
    Ho negozi in quantità,
 ho una casa in Barcellona,
 ho del traffico in Lisbona,
205ho commercio in Allemagna,
 Inghilterra, Francia e Spagna;
 e nell’Indie Occidentali
 sono avvezzo a trafficar.
 
    Ma noialtri mercadanti
210ora abbiamo, or non abbiamo
 e conviene strolicar.
 Quelle balle di cotone
 procurate d’impegnar. (Parte)