La fiera di Sinigaglia, Venezia Zatta, 1794

 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Piazza o sia centro della fiera con varie botteghe, fra le quali una bottega di caffè, una di chincaglie, una di panni e sete, eccetera. Da una parte locanda con fenestra dirimpetto alla bottega da caffè.
 
 Il conte ERNESTO sedendo al caffè, LISAURA per la fiera, LESBINA sulla porta della sua bottega, GIACINTA alla fenestra della sua locanda, ORAZIO alla sua bottega di panni, PROSPERO alla sua bottega di chincagliere, GRIFFO passeggiando
 
 tutti
 
    Dove sono i tempi andati?
 I negozi son spiantati
 e la fiera questa sera
 bene o mal terminerà.
 
 Lisaura
 
5   Poverina, son meschina,
 chi mi aiuta per pietà?
 Amorosi, generosi,
 fate a me la carità.
 
 Orazio, Prospero, Griffo a tre
 
    Chi vuol comprare stringa il contratto,
10l’ultimo giorno chi ha fatto ha fatto,
 tutti procurino sollecitar.
 
 Lesbina
 
    Volete caffè?
 Venite da me;
 rosolio perfetto
15chi brama gustar?
 
 Giacinta
 
    In questa locanda
 chi brama alloggiar?
 Con pochi quattrini
 vi faccio scialar.
 
 Lesbina, Giacinta a due
 
20   È l’ultimo giorno,
 si dà a buon mercato
 e quel ch’è restato
 lo voglio donar.
 
 Griffo
 
    Venditori, compratori,
25del sensale principale
 vi potete approfittar.
 
 tutti
 
    Passa il tempo e se ne va.
 E la fiera questa sera
 bene o mal terminerà.
 
 Conte
30Ehi! Dite, quella giovane. (A Lesbina, alzandosi da sedere)
 Lisaura
                                                  Signore.
 Conte
 Cercate un qualche aiuto?
 Lisaura
                                                  Veramente
 è grande il mio bisogno
 ma son nata civile e mi vergogno.
 Conte
 Disponete di me; del conte Ernesto
35fate pur capitale;
 in ricchezze e in bon cor non vi è l’eguale.
 Per tutta la Romagna
 conosciuto è il mio nome e rispettato.
 Griffo
 (Sì, da tutti si sa ch’è uno spiantato). (Da sé)
 Lisaura
40A voi mi raccomando.
 Ho bisogno di tutto.
 Conte
                                       Sì ho capito.
 Giacinta.
 Giacinta.
                    Che comanda?
 Conte
                                                 A questa giovane
 date un appartamento
 e il suo mantenimento
45datele da par mio.
 Giacinta
 E chi paga, signor?
 Conte
                                      Pagherò io.
 Giacinta
 Ma il danar che mi deve?
 Conte
                                                 Eh ragazzate. (Voltandole le spalle)
 Lesbina. (Chiamandola)
 Lesbina
                    Comandate.
 Conte
 A questa forastiera
50date mattina e sera
 e caffè e cioccolata.
 Lesbina
 Saldi prima il suo conto.
 Conte
                                               Eh via, sguaiata. (Voltandole la schiena)
 Griffo. (Chiamandolo)
 Griffo
                 Sono a servirla.
 Conte
                                               A quella donna
 voglio fare un vestito e regalarle
55voglio una tabacchiera. Andate subito
 da Prospero e da Orazio,
 dite loro in mio nome
 che vi dian quel che occorre.
 Griffo
                                                      Favorisca;
 i debiti con essi ha ancor saldati?
 Conte
60Non mi state a seccar, saran pagati.
 
    Se si desta al rumor delle schiere
 stringe il ferro il guerriero più ardito;
 e all’invito dell’armi già parmi
 che feroce sen corra a pugnar.
 
65   Io non sono, mia bella, così
 perché ho il cor di pietade ripieno
 e vien meno se chiedegli aita
 la bellezza che sa lacrimar. (Parte)