La fiera di Sinigaglia, Roma, Grossi, 1760

Vignetta Frontespizio
 SCENA XII
 
 LISAURA e detti
 
 Lisaura
 
    Son pur nata sfortunata;
 non so dir che mai sarà.
 
    Son da tutti abbandonata,
960vuo chiedendo invan pietà.
 
 (Il conte più non vedo.
 Rifinito del tutto io già lo credo).
 Orazio
 (La povera ragazza,
 se del suo cavalier fa capitale,
965la passerà pur male).
 Lisaura
                                         (Veramente
 io so che i mercadanti
 hanno robba e contanti e sperar posso,
 con periglio minor dell’onestà,
 impetrare da lor qualche pietà).
 Orazio
970(Quasi quasi davvero,
 per burlarmi del conte, con costei
 far qualcosa di più m’impegnerei).
 Lisaura
 Riverisco signore.
 Orazio
                                    Vi saluto.
 Ite cercando aiuto?
 Lisaura
                                      Son costretta
975da barbara disdetta
 il vitto mendicar.
 Orazio
                                   Ma cosa siete?
 Fanciulla o maritata?
 Ordinaria, civil, serva o padrona?
 Lisaura
 Son zitella signore e per disgrazia
980son nata nobilmente,
 onde non so far niente; i genitori
 morti mi sono ed io
 senza aiuto verun, senz’arte alcuna
 cerco per onestà la mia fortuna.
 Orazio
985Veramente il motivo è così onesto
 o chiedete mercé per un pretesto?
 Lisaura
 Giuro sull’onor mio...
 Orazio
                                          Non vi scaldate,
 tutto vi crederò.
 Sono un uom di buon cor, vi aiuterò.
 Lisaura
990Oh lo volesse il ciel.
 Orazio
                                      Ma il signor conte
 voi dovete lasciar.
 Lisaura
                                    L’ho già lasciato.
 Orazio
 È un povero spiantato;
 io vi farò veder come si fa,
 quando un uomo s’impegna come va.
 Lisaura
995Grazie alla bontà vostra. (Finalmente
 il ciel mi ha provveduto).
 Orazio
 (Quando avrò del danar, le darò aiuto).