La fiera di Sinigaglia, Roma, Grossi, 1760

Vignetta Frontespizio
 SCENA III
 
 PROSPERO, poi GRIFFO
 
 Prospero
 La sua fede, il suo core,
660il suo cortese amore
 può far le voglie mie contente e liete
 ma più assai gradirò le sue monete.
 Chi l’avesse mai detto
 ch’ella avesse danari e si fingesse
665povera a questo segno?
 Ma così deve far chi ha dell’ingegno.
 Griffo
 Ma caro signor Prospero
 vi cerco e non vi trovo; quell’amico,
 che brama ipotecare il suo cotone,
670del negozio vorria la conclusione.
 Prospero
 Vi dirò; ci ho pensato.
 L’altr’ieri ne ho comprato
 una grossa partita da un mercante
 col danaro contante. Ancor lo faccio
675in dogana tener per conto mio
 e di più caricar non mi vogl’io.
 Griffo
 Voi mi deste parola ed i mercanti
 non deggiono mancar.
 Prospero
                                           Son galantuomo,
 mancar non sono avvezzo. Mi dispiace
680d’averne in quantità; ma se vi preme,
 fate che il proprietario,
 con tutte l’altre condizioni espresse,
 cresca a me qualche cosa d’interesse.
 Griffo
 Volete ancor di più?
 Prospero
                                        Qualche cosetta;
685di poco io mi contento;
 basta ch’egli mi cresca un due per cento.
 Griffo
 Il quattordici adunque
 s’ha da pagar?
 Prospero
                              Che dite?
 Il quattordici a me! Non son sì ghiotto.
690Mi contento dell’otto. Ed il restante
 voi sapete cos’è
 e un sensal come voi saprà il perché.