Filosofia ed amore, Venezia, Fenzo, 1760

Vignetta Frontespizio
 SCENA XIII
 
 LEONZIO, MENALIPPE, poi CLORIDEA
 
 Menalippe
470Bravo; due alla volta?
 Leonzio
                                          V’ingannate...
 Menalippe
 Eh invano vi scusate;
 ho sentito, ho veduto.
 Leonzio
                                          Eppur credete...
 Menalippe
 Siete un bravo scolaro e imparerete.
 Leonzio
 Questa è la prima volta...
 Menalippe
                                                Poverino.
475La prima volta è questa
 che fa l’amor con due.
 Badate ancora a me,
 che in questa guisa ne averete tre.
 Leonzio
 Se dir mi lascierete...
 Menalippe
                                          Eh già lo so
480quel che dir mi vorreste. Nell’amare
 delle schiave la facile beltà
 ci trovate minor difficoltà.
 Leonzio
 Lo dico e lo protesto.
 Sono un giovane onesto.
 Menalippe
                                               Oh oh davvero
485per le vie, per le piazze a dir si sente:
 «Quel povero Leonzio è un innocente!»
 Leonzio
 Mi deridete a torto.
 Menalippe
                                       Affé di Bacco,
 veggo là Cloridea dolente e sola.
 Ehi dico, una parola. (Verso la scena)
 Leonzio
                                          E che volete?...
 Menalippe
490Voglio quello ch’io voglio e voi tacete.
 Cloridea
 Eccomi ai cenni vostri.
 Menalippe
                                            Poverina
 mi dispiace di darvi
 una trista novella.
 Si è trovata Leonzio un’altra bella.
 Cloridea
495Davver?
 Leonzio
                   Non le credete...
 Menalippe
 Un temerario siete
 dandomi una mentita. Io l’ho sentito
 colla schiava novella
 a favellar d’amore (A Cloridea)
500e negarlo vorebbe il mentitore? (Verso Leonzio)
 Cloridea
 (Povera me!)
 Leonzio
                            Credetemi...
 Menalippe
 A lui non date fede.
 In volto gli si vede
 la malizia, l’inganno e il tradimento.
505(Dalla rabbia ch’ho in sen crepar mi sento).
 
    Oh guardate il bel soggetto
 che più donne vuol amar!
 Vi vuol altro poveretto
 che languire e sospirar.
510Non crediate ch’io ci pensi,
 che di voi non so che far. (A Leonzio)
 
    Quel bel fusto voi amate?
 Ma da lui cosa sperate?
 Ehi sentite una parola;
515vi consiglio di star sola
 se di meglio non si dà. (A Cloridea)
 Sguaiatello via di qua. (A Leonzio e parte)