Filosofia ed amore, Venezia, Fenzo, 1760

Vignetta Frontespizio
 SCENA VI
 
 ESOPO e detti
 
 Xanto
 Vieni, Esopo, t’avanza.
 Esopo
 Eccomi qui, signore.
 Ma fattemi un favore,
 questa donna chi è?
 Menalippe
                                       Brutto villano,
170questa donna si dice a una mia pari?
 Son di Xanto la sposa e voi signore (A Xanto)
 o cacciatelo via
 o ch’io lo fo saltar con un bastone.
 Esopo
 Presto, signor padrone,
175cacciate via uno schiavo
 vile, come son io, brutto e meschino,
 la padrona ne vuole un più bellino.
 E sapete il perché? Lo dirò io.
 Perché, padrone mio,
180vogliono certe tali
 che supplisca talvolta al loro umore,
 dove manca il padrone, il servitore.
 Xanto
 Bravo, Esopo, bravissimo.
 Menalippe
                                                  Il lodate? (A Xanto)
 Ancor gli dite bravo?
185Veramente di voi degno è lo schiavo.
 Xanto
 Via, via signora sposa,
 non trattate il meschin con tanta asprezza,
 che anzi la sua bruttezza
 più risaltar farà
190la vostra vezzosissima beltà.
 Menalippe
 Voi mi schernite indegno,
 per mettermi in impegno
 d’andarmene lontan da’ muri vostri,
 per viver quieta ed isfuggir due mostri.
 Xanto
195Parla, Esopo, rispondi
 a lei che pieno ha di veleno il gozzo.
 Esopo
 Cosa ho da dir? Gettatela in un pozzo.
 Menalippe
 Temerario, così...
 Xanto
                                   Dicesti bene.
 Disfarmene dovrei prima d’un’ora. (Ad Esopo)
200Ma quel volto mi piace e l’amo ancora.
 Esopo
 Voi filosofo siete?
 Come può darsi mai
 che uniscansi fra loro in armonia
 amor di donna e di filosofia?
 Menalippe
205Sciocco! Che pensi tu che sia la donna?
 Esopo
 Che cosa sia non so
 ma quel che dire intesi
 della femmina un giorno anch’io dirò.
 
    Del caval la bizzarria
210suol domarsi collo sprone
 e la donna col bastone
 la perfidia suol cangiar.
 Non vi state a riscaldar. (A Menalippe)
 
    Delle triste sol ragiono;
215ma le buone quante sono?
 Mia signora, in verità,
 l’un per cento non si dà. (Parte)