Le donne redicole, Roma, Grossi, 1759

 SCENA VIII
 
 Sala di festino publico, con diverse maschere che giocone.
 
 TIBERIO, indi VESPETTA mascherati
 
 TIBERIO
635Il mio cor vigilante
 femmi scoprire dalla cameriera
 che Moschina mia bella
 deve portarsi qua fra pochi istanti; (Siede)
 mascherato così, venir qui volli
640per vederla, pregarla
 e alfin se mi riesce anco sposarla. (Esce Vespetta e, doppo essersi accostata al tavolino del gioco, va a sedere)
 Che bella mascherina,
 mi par tutta Moschina.
 Chi sa, chi sa ch’essa non sia; proviamo; (S’alza e va a sedergli vicino)
645mascherina, mi dica,
 vuole il caffè?
 VESPETTA
                            Lo gradirò di cuore.
 (Mi vuo’ prender piacere).
 TIBERIO
 Ehi dove siete? Olà, caffè portate. (Esce un cameriere che poi torna col caffè)
 Moschina, mia Moschina...
 VESPETTA
                                                   Cosa dite?
650Quest’è Tiberio al certo...
 TIBERIO
 Sbagliai... Mi scusi... Volli dir... Colei...
 colei ch’ha il figlio con la benda agl’occii...
 Prenda signora mia... (Gli dà il caffè)
 Che vibra le saette
655e pian piano nel core s’intromette... (Prende anche Tiberio il caffè)