Le donne redicole, Roma, Grossi, 1759

 SCENA II
 
 MOSCHINA, VESPETTA e detti nel vaso
 
 MOSCHINA
 Ma che rider che fo!
 VESPETTA
 Non posso per le risa
355il fiato ripigliar; in simil guisa
 ci si torran d’intorno.
 MOSCHINA
                                          Orbene, adesso
 sediamo e poi per divertirci alquanto (Sedono)
 unite insieme qui sciogliamo il canto.
 MOSCHINA, VESPETTA A DUE
 
    Voi che spargete
360sospiri e pianti,
 folli pur siete,
 poveri amanti,
 né quanto barbaro
 sia delle femine
365sapete il cor.
 
 TIBERIO
 
 Sapete il cor.
 
 VESPETTA
 Moschina, cos’è stato?
 MOSCHINA
 Eh non vorrei che fossero i marchesi.
 VESPETTA
 Andiamo un po’ a vedere. (S’alzano e girano intorno alla fontana)
 MOSCHINA
370Andiamo pur ma piano...
 Qui non vi vedo alcuno!
 VESPETTA
                                              Né pur io.
 Via, non temer; seguiamo, (Tornano a sedere)
 cantiamo pure e in allegria qui stiamo.
 MOSCHINA, VESPETTA A DUE
 
    Voi che spargete
375sospiri e pianti
 né quanto barbaro
 sia delle femine
 sapete il cor.
 
 MACROBIO, TIBERIO A DUE
 
 Sapete il cor.
 
 VESPETTA
380Che sento! Ohimè! Mi muoro di paura. (S’alzano e si volta vedendo movere il vaso)
 MOSCHINA
 Non temer... Non saprei... Oh dio! Che vedo!
 Qual freddo gelo... io sento...
 che mi si desta in seno.
 Tremo da capo a piè... Ma... già mancarmi
385sento li spirti in seno.
 Sorella, aiuto... Ohimè... Già vengo meno. (Sviene)
 TIBERIO
 Mie luci, che mirate? (Esce dal vaso)
 VESPETTA
 Senti semti... Che miro?
 Aiuto. aiuto... Oh stelle...
390Mi si abbagliano i lumi...
 Mi vacilla la testa... E un fredd’umore...
 m’occupa in seno il core.
 Chi mi soccorre... Oh dio!
 Ahimè!... Che cado... E vengo meno anch’io. (Sviene ed esce don Macrobio)
 MACROBIO
395Vespetta... Ah che mai feci!
 TIBERIO
 Moschina, mia Moschina.
 Ah! Che più non mi sente.
 No, non temer, son io.
 MACROBIO
                                           Su via, mia cara,
 apri le belle luci, idolo mio.
400Guardami pur in volto.
 Macrobio io son che ascoso...
 VESPETTA
 Oh dio! Chi mi soccorre?
 MACROBIO
                                                Io son tuo sposo...
 MOSCHINA
 Oh! Ciel!
 TIBERIO
                    Senti Macrobio?
 Moschina mia, pian piano
405comincia a respirar?
 VESPETTA
 Oh! Dei!
 MACROBIO
                    Sì sì, mia bella...
 VESPETTA
 Come! (S’alza)
 MOSCHINA
                 Voi qui! (S’alza)
 TIBERIO
                                   Ma chi poteva stare
 senza mirar quel viso,
 gentile e delicato,
410che in mirarlo mi fa tornare il fiato.
 MOSCHINA
 Se vi sentite voi tornare il fiato
 allor che mi vedete,
 quando ch’io miro voi, me lo togliete. (Parte)
 MACROBIO
 Vespetta mia, perché mi sento acceso...
 VESPETTA
415Se vi sentite acceso...
 se tutto foco siete.., io giuro al cielo
 che per voi sono tutta un freddo gelo. (Parte)
 TIBERIO
 Macrobio?
 MACROBIO
                       Don Tiberio?
 La mia bella non vedo
420dove n’andò.
 TIBERIO
 
                           Non sono don Tiberio.
 Ma che dico?... Son io,
 son io che feci il male.
 Ah! Si corra, si vada
 senza ritegno per l’istessa strada. (Parte)
 MACROBIO
425Don Tiberio, tu fuggi... Eh! Dove vai?
 Ferma ferma... Partì... Cara Vespetta,
 ah non mi sento... Ah se tornasse almeno
 vedrebbe il mio dolor. Dunque deh! torna,
 torna bell’idol mio. Vieni... O non vieni?
430Il cor mi dice sì, no dice amore
 e intanto oh! dio, nel sen mi batte il core.
 
    Amore furbarello
 mi dice al cor di no.
 Ma il core tristarello
435risponde: «Signorsì»;
 e amore traditore
 ritorna a dir di no.
 
    Risponde il cor: «Perché?»
 Perché sol io lo so.
440E il core poverino
 sbalza di qua, di là.
 Ahi chi mi dice almeno
 se l’idol mio verrà. (Parte)