Le donne redicole, Roma, Grossi, 1759

 SCENA ULTIMA
 
 MACROBIO e TIBERIO, vestiti da giardinieri, e diversi giardinieri. Indi MOSCHINA e VESPETTA
 
 TIBERIO
 Macrobio, tu già sai che queste pazze
 più non ci vonno in casa loro ed io,
255che a lor dispetto mi son posto in testa
 di venirvi e burlarle, in questa guisa
 ti feci travestir.
 MACROBIO
                               Ma dunque adesso
 cosa faremo?
 TIBERIO
                           Oh senti!
 Così vestiti non ci crederanno
260più marchesi ma ben due giardinieri
 che a lavorar qui stanno; io l’ho avvisati,
 l’ho data buona mancia.
 E si staranno cheti; olà seguite (Ai giardinieri)
 pure il vostro lavoro.
 MACROBIO
265Ma mi trovo imbrogliato
 e faccio un pregiudizio al marchesato.
 TIBERIO
 Qui non v’è male, anche i guerrieri sanno
 cangiare abito e forma; e noi vogliamo
 su le lor orme adesso
270coprire per amor il viril sesso.
 MACROBIO
 In te m’affido.
 TIBERIO
                              Andiao intanto noi
 co’ pesci a divertirci in questa fonte.
 L’ami prendiam, mentre dovrian fra poco
 venir le belle unite in questo loco.
 
275   Pesciolino innocentino,
 ah colei che fida io bramo,
 come piglio or te coll’amo,
 potessi io così pigliar.
 
 MACROBIO
 
    Pesciolin, se tu c’incappi,
280per mia fé, tu non mi scappi,
 non mi sfuggi in verità. (Vengono Moschina e Vespetta e restano in disparte)
 
 MOSCHINA
 
    Chi son quei?
 
 VESPETTA
 
                                Sono i marchesi.
 
 MOSCHINA
 
 Vieni vieni, piano piano,
 qui poniamoci in disparte
285con costoro ad ischerzar.
 
 MACROBIO
 
    Vuo pescando un cor fedele.
 
 TIBERIO
 
 Vuo cercando un’alma grata.
 
 MOSCHINA, VESPETTA A DUE
 
 Ma un cor fido, un’alma grata
 non potete qui trovar.
 
 MACROBIO
 
290   Ahi me misero! Infelice!
 Oh! Che gel mi sento al core.
 Tremo, o dio! da capo a piè.
 
 TIBERIO
 
    Ma cos’è, non paventate,
 quest’è l’eco che risponde,
295tra quei fiori, tra quell’onde,
 torna, torna qui a pescar.
 
 MOSCHINA, VEPETTA A DUE
 
 A pescar.
 
 MACROBIO
 
 Sono spiriti.
 
 TIBERIO
 
 Non è vero.
 
300   Un cor fido, un cor sincero...
 
 MOSCHINA, VEPETTA A DUE
 
 Cor sincero.
 
 TIBERIO
 
 Solo qui pescando vo.
 
 MACROBIO
 
 Ahi! le spalle. (Vespetta gli dà colla bacchetta)
 
 TIBERIO
 
                             Ohimè l’acqua (Moschina bagna don Tiberio)
 tutto tutto mi bagnò.
 
 MOSCHINA, VESPETTA A DUE
 
305E mi bagnò.
 
 MACROBIO
 
 Ah per me non pesco più.
 
 TIBERIO
 
    Me meschin che britto giorno
 quest’alfin per me sarà. (Escono Moschina e Vespetta con furia)
 
 MOSCHINA
 
    Insolenti.
 
 VESPETTA
                        Impertinenti.
 
 MOSCHINA
 
310Tal baldanza,
 
 VESPETTA
 
                           Tant’ardir.
 
 MOSCHINA
 
    Presto olà. (Ai giardinieri)
 
 VESPETTA
 
                          Venite qua.
 
 MOSCHINA
 
 Se costor nella fontana...
 
 VESPETTA
 
 Via gettate a capo in giù.
 
 MACROBIO
 
    Per pietà, ma cosa fate,
315mi vorressivo affogar.
 
 TIBERIO
 
    Piano, piano, ad uno ad uno
 voglio tutti sbudellar.
 
 MOSCHINA, VESPETTA A DUE
 
    Fate presto.
 
 MACROBIO
 
                            Ahimè fermate.
 
 TIBERIO
 
 Qui v’aspetto.
 
 MACROBIO
 
                             Ah non mi muovo.
 
 TIBERIO, MACROBIO A DUE
 
320Mie signore, per pietà.
 
 MOSCHINA, VESPETTA A DUE
 
 No, per voi non v’è pietà.
 
 Fine del primo intermezzo