Il mercato di Malmantile, Venezia, Fenzo, 1758

Vignetta Frontespizio
 SCENA VI
 
 Camera in casa di Lampridio.
 
 Il CONTE e BRIGIDA
 
 Brigida
 No, caro signor conte,
 non mi lasci sì presto. Favorisca
300di restar con me; mi divertisca.
 il Conte
 Veramente, signora,
 io non ho gran talento
 per dar divertimento e non vorrei
 vi voleste spassar de’ fatti miei.
 Brigida
305So la mia obbligazione.
 Il mio cuore ha per lei rispettazione.
 il Conte
 (Tanta bellezza unita
 a sì gran scioccheria non è un peccato?)
 Brigida
 (Le cerimonie mie l’hanno incantato).
 il Conte
310Verrò, se il permettete,
 verrò spesso a trovarvi.
 Brigida
                                             Ella è padrone;
 anzi mi farà grazia
 e quando ella verrà
 io la riceverò con gran bontà.
 il Conte
315È la vostra bontà singolarissima.
 Brigida
 Oh cosa dice mai? Serva umilissima. (S’inchina)
 il Conte
 Oh quanto pagherei che nel mio feudo
 veniste ad albergare.
 Brigida
                                         In verità
 non so come mi faccia a restar qua.
320Io che sono nutrita
 con nobiltà fiorita
 viver con questa gente villanaccia,
 mi vengono i rossori sulla faccia.
 il Conte
 Infatti io lo diceva,
325trovar peggio per voi non si poteva.
 Brigida
 Basta, spero che un giorno
 la stella mia risplenderà propizia
 e che la sorte mi farà giustizia.
 Signor conte garbato,
330favorisca di grazia, è maritato?
 il Conte
 Non ancora. Ho un impegno
 con certa vedovella
 nobile, ricca e bella.
 Ma non è soddisfatto il genio mio.
335Siete più bella voi.
 Brigida
                                     Lo credo anch’io.
 Però se il signor conte
 mostra per me della benevoglianza
 ho anch’io per lui della concomitanza.
 il Conte
 Veggo che cortesissima
340siete verso di me.
 Brigida
                                   Serva umilissima.
 il Conte
 Per or deggio lasciarvi,
 tornerò a incomodarvi,
 vicino a voi mi sento
 l’anima giubilar per il contento.
 
345   Il seren di quelle ciglia
 mi conforta, mi consiglia
 a sperar d’amor la pace,
 la sua face a risvegliar.
 
    Quelle guancie porporine
350son due rose damaschine,
 può quel labbro vezzosetto
 il mio petto riscaldar. (Parte)