L’isola disabitata, Venezia, Zatta, 1795

 SCENA PRIMA
 
 Padiglioni con vari sedili.
 
 ROBERTO, GIANGHIRA, VALDIMONE, GARAMONE, GIACINTA, PANICO, tutti a sedere, ed altre persone parte sedute e parte in piedi
 
 coro
 
    Tutti insieme radunati,
945tutti uniti in società,
 del paese impossessati,
 diamo il nome alla città.
 
 Roberto
 Io di Gianghira in grazia
 che si è fra noi salvata,
950senza esitanza alcuna.
 la direi la Città della Fortuna.
 Gianghira
 Anzi in riguardo mio
 nominare potreste la città
 Terra di Buon Amore e di Pietà.
 Valdimone
955Se la nostra nazione or vi comanda,
 la possiamo chiamar la Nova Olanda.
 Garamone
 O per la vicinanza
 del popolo chinese,
 si potrebbe chiamar China Olandese.
 Panico
960No, in grazia della China
 a noi poco lontana
 la possiamo chiamar Febbre Terzana.
 Carolina
 Io l’intitolerei Città Novella.
 Giacinta
 Ed io la chiamerei l’Isola Bella.
 Roberto
965Ciascuno, a quel ch’io sento,
 a diverso pensier finor si attiene;
 ora il voto comune udir conviene.
 coro
 
    Ciascuno accorda,
 ciascuno approva
970che sia chiamata
 l’Isola Nuova
 e il nome proprio
 della città
 Terra d’Amore
975si chiamerà!
 
 Roberto
 Dunque pensar dobbiamo
 che la città novella,
 Terra d’Amor chiamata,
 sia d’amor fecondata
980e con gli auspici di pudico amore
 sia al comun ben sagrificato il cuore.
 coro
 
    Dolce Cupido,
 piacer del mondo,
 sia questo lido
985per te fecondo;
 la bella pace,
 la fedeltà
 formin la nostra
 felicità.
 
 Roberto
990Adorata Gianghira,
 io vi ho veduta appena
 che mi accesi di voi. Se dal destino
 foste per opra mia serbata in vita,
 par che il destin meco vi voglia unita.
 Gianghira
995Ma, signore, i chinesi
 quivi testé arrivati,
 in qual guisa da voi fur licenziati?
 Roberto
 Basta, basta; di ciò più non si parli.
 Deh se non sono indegno,
1000bella, dell’amor vostro,
 porgetemi la man.
 Gianghira
                                     La grazia accetto,
 la mia fede vi giuro e il mio rispetto. (Parte)