La birba, Venezia, Valvasense, 1735

Vignetta Frontespizio
 LINDORA con cimbano e cestello con canzonette
 
 Lindora
 Alfin son arivada
 a cantar canzonette per la strada.
 Doppo che mio mario xe andà in rovina
 l’è deventà una bestia,
210quelle quattro strazzette el m’ha levà
 che me giera restà. Ghe son scampada;
 e me son messa a far sto bel mistier;
 mi no l’ho mai più visto
 né ghe voi più pensar;
215vaga co la sa andar,
 anca cusì se vive e se sbabazza,
 che de zente da ben piena è la piazza.
 Orsù demo prencipio,
 senti sta canzonetta
220niova de sto paese,
 che una sol volta l’ha cantada Agnese.
 
    Quando vedo in zamberluco
 donna Catte e donna Betta
 me vien squasi el mal mazzuco
225a pensar che mi nol gh’ho.
 
    Ma se posso mel voi far,
 gh’ho un bon terno, el voi zogar,
 trenta soldi rischierò.
 
 E chi la vuol la costa un soldo solo.
230Vago una volta attorno.
 E a chi me dà un soldetto
 darghe la so resposta anca prometto.
 Orazio
 Chi chi chi vuo... vuo... vuol ve... vedere
 a ba... balla... llar i ca... cani.
 Lindora
235Varé qua un’altra birba.
 Orazio
 Pre... presto ma... mangia fre... fre... fredo,
 fa’ fa’ fa’ un salto per la vecchia.
 Lindora
 Oh questo ghe mancava,
 per levar dal mio bozzolo la zente.
240Che tartaggia insolente!
 Orazio
 
    Tutto il giorno lavora, lavora,
 benedetto sia il lavorare,
 tutto il giorno affaticare
 e la sera pan e cipola.
 
 Lindora
245Son za stuffa morbada,
 nol voi più soportar. Oe galantomo,
 questa no xe la forma
 de vogarme sul remo.
 Orazio
 Che che che che dite?
 Lindora
250Digo cusì che con i vostri cani
 vu me desfé el mio treppo.
 Orazio
 La pia... piazza è co... comune.
 Lindora
 Siorsì ma el posto è mio.
 Orazio
 Po... posso poste... te... teggiar anch’io.
 Lindora
255E mi digo che voi che andé lontan,
 perché se no dopererò le man.
 Orazio
 Non fa... fate la matta
 pe... perché adopre... prerò anch’i... ch’i... ch’io
 il ba... basto... stone.
 Lindora
260Vorave veder questa?
 Cechina
                                          Olà fermeu;
 disì, che diavol feu?
 Lindora
 Sto tartaggia insolente
 con i so cani m’ha levà la zente.
 Orazio
 Ell’è una bu... bugiarda.
 Cechina
265E no v’a vergugnè
 in piazza a taccar lit.
 Più tost che circulant,
 me parì du birbant.
 Orazio
                                       Di... dite bene,
 co... colei è una che che non sa nulla,
270più più ignorante de de la baulla.
 Lindora
 E vu siora chi seu?
 Cechina
 No vediu? Urtadora;
 e sì a son da Bulogna.
 Lindora
 Steme lontan, no me taché la rogna.
 Cechina
 
275   Se chi son saver volì
 vel dirò, steme a scultar.
 Basta ben che non ridì
 nel sentirm a rasonar.
 
    La mi mama fu Menghina,
280mi papà Bartolamiè,
 i vendean la porcelina
 alla tor d’i Asiniè.
 
 Orazio
 (Oh quanto agl’occhi miei
 va piacendo costei).
 Lindora
                                       No me despiase
285sta vostra profession.
 Cechina
                                         S’a v’ cuntintè
 farem, com se sol dir, tra nu de balla.
 Lindora
 Come sarave a dir?
 Orazio
 Che co... co... co... cocalona!
 Cechina
 El zergh non intendì? Farem de balla
290vuol dir ch’a s’unirem tutti tri assiem,
 spartirem el vadagn
 e goderem el mond ai spal del gonz,
 za sem de quella razza
 che per no lavorar batte la piazza.
 Lindora
295Per mi son contentissima. (In sta forma
 nell’arte del birbar sarò perfetta).
 Orazio
 Anch’i... ch’i... ch’io mi contento.
 (Già per costei ardere il cor mi sento).
 Cechina
 (Così costoro mi faran le spese
300fin che possa tornar al mio paese).
 Lindora
 Orsù via scomenzemo,
 voi che tutta la zente a nu tiremo.
 
    Cari signori vi voglio pregare,
 questo sarà per vostra cortesia,
305tutti d’accordo volerme ascoltare
 se avé voggia de star in allegria.
 
 Orazio
 Ma l’ora si fa tarda
 e qui non viene alcuno;
 megl’è che se n’andiamo all’ostaria
310a stabilir la nostra compagnia.
 Lindora
 Come? No tartaggié?
 Orazio
                                         Oibò, pensate!
 È questa una finzione, acciò che il popolo
 di me piacer si prenda
 e con più gusto il suo dinaro ei spenda.
 Lindora
315Oh cossa sentio mai?
 Cechina
                                         Se voi credete
 che bolognese io sia,
 v’ingannate, signori, in fede mia;
 per celarmi qual sono,
 in un linguaggio forastier ragiono.
 Lindora
320Poderavio saver con verità
 chi sé? Za semo tutti d’una lega.
 Orazio
 Io sono Orazio cavalier romano.
 Cechina
 Io son Cechina giovine romana.
 Lindora
 E mi che son Lindora veneziana
325ve mando a far squartar.
 Ti ti xe mio mario
 e ti quella petegola sfazzada
 Cechina mia cugnada.
 Cechina
                                           Orazio voi?
 Orazio
 Cechina tu?
 Cechina, Orazio a due
                         Che vedo?
 Orazio
330Ma come in questi panni
 e a far questo mestier ti sei ridotta?
 Cechina
 Da tutti abbandonata,
 io non sapea che far.
 Orazio
                                        Ma non sei moglie
 tu d’un schiavon?
 Cechina
                                   Pensate!
335Io mai ebbi marito.
 Orazio
 (Adunque dal schiavone io fui schernito).
 Ma che pensi tu far?
 Cechina
                                        Io questi conti
 non rendo ad un fratello
 ch’ha nella testa sua poco cervello.
 Orazio
340E voi siete Lindora?
 Lindora
 Son quella apponto, cara la mia zoggia.
 Orazio
 Volete star con me?
 Lindora
                                       Va’ pur al bogia.
 
    Sì furbazzo, son Lindora,
 no te voggio, va’ in mallora,
345basta quel che ti m’ha fatto.
 
 Orazio
 
 No no no, non son sì matto.
 
 Cechina
 
 Io non voglio star con voi.
 
 a tre
 
 Ognun tenda a’ fatti suoi.
 
 Lindora
 
    Mi viverò cantando.
 
 Orazio
 
350Io pure tartagliando.
 
 Cechina
 
 Ed io cavando macchie
 il mondo goderò.
 
 a tre
 
    E viva la birba
 e chi l’inventò.
 
 Lindora
 
355   Se mai più ti me trovassi
 no me star gnanca a vardar.
 
 Orazio, Cechina a due
 
    Se mai più tu m’incontrassi
 guarda bene a non parlar.
 
 a tre
 
    No sicuro.
 
 Lindora
 
                         Ve lo zuro.
 
 a tre
 
360Ognun tenda al suo mestier.
 
 Lindora
 
    Chi vuol canzon novelle?
 
 Cechina
 
 Chi vuol terra per le macchie?
 
 Orazio
 
 Chi chi vuol ve... vedere
 ba... balar i ca... cani?
 
 a tre
 
365Per il resto vi protesto
 che sempre dirò:
 «E viva la birba
 e chi l’inventò».
 
 Fine della seconda parte