L’isola disabitata, Venezia, Fenzo, 1757

Vignetta Frontespizio
 SCENA VII
 
 VALDIMONTE e la sudetta
 
 Valdimonte
 (Ecco qui Carolina;
 per tener meglio il mio pensier celato,
 voglio finger con lei lo spasimato). (Da sé)
 Carolina
 (Fingere mi convien col traditore
860di esser pentita e spasimar d’amore). (Da sé)
 Valdimonte
 
    Carolina bella bella.
 
 Carolina
 
 Poverina non son quella.
 
 Valdimonte
 
    Siete il mio cor.
 
 Carolina
 
 No, traditor.
 
 a due
 
865Sospirare quel volto mi fa.
 
 Valdimonte
 
    (Tutto non vede). (Da sé)
 
 Carolina
 
 (Tutto non sa). (Da sé)
 
 a due
 
    Mio conforto, mio dolce tesoro
 per voi moro, vi chiedo pietà.
 
 Valdimonte
870Cara, mi amate ancora?
 Carolina
 Questo mio cor vi adora.
 Valdimonte
 Vi è scapata dal sen la gelosia?
 Carolina
 Ogni brutto sospetto è andato via.
 E voi siete sicuro
875del sincero amor mio?
 Valdimonte
                                            Son sicurissimo.
 (Sciocca! Te ne avvedrai). (Da sé)
 Carolina
                                                   (Maledettissimo). (Da sé)
 Ah per vostra cagione
 quanti sospir ho tratto!
 Valdimonte
 In lacrime per voi mi son disfatto.
 Carolina
880Poverino! Si vede.
 Valdimonte
                                    Si conosce
 quanto avete patito.
 Carolina
 Me ne dispiace assai.
 Valdimonte
                                          Ne son pentito.
 Carolina
 Mai più liti fra noi.
 Valdimonte
                                      Mai più gridare.
 Carolina
 (Che ti venga il malan). (Da sé)
 Valdimonte
                                               (Possa crepare). (Da sé)
 Carolina
885Caro il mio ben, quello ch’è stato è stato.
 Valdimonte
 Panico disgraziato!
 Tutto per sua cagione.
 Carolina
 Sì Panico è un briccone.
 Valdimonte
                                              Se lo trovo,
 vuo’ con lui vendicarmi.
 Carolina
890Zitto. Venite qui. (Voglio provarmi). (Da sé)
 Sono ancor io sdegnata (Lo tira in disparte)
 con lui che mi ha ingannata,
 fingendo che Valmonte, poverino,
 ritrovato si avesse un amorino.
895Ma lo so che son io la sua diletta,
 sì vita mia, vuo’ che facciam vendetta.
 Sentite, quel briccone
 dorme in quel padiglione.
 Pian pian senza svegliarlo
900cogliere lo potete ed ammazzarlo.
 Valdimonte
 Subito colla spada...
 Carolina
                                       No fermate.
 All’avvenir pensate.
 Se da voi colla spada egli è traffitto,
 vi potrian castigar per tal delitto.
905Parlo così perché vi voglio bene.
 Valdimonte
 Suggeritemi voi che far conviene.
 Carolina
 Voi dalla vostra gente
 fate tagliar le corde,
 fate levar le mazze
910del padiglion, dov’è colui serrato,
 sicché resti coperto e soffocato.
 Poi, perché non respiri e non si mova,
 fategli passar sopra
 carri di monizione,
915armi, sassi, cavalli ed un cannone.
 Valdimonte
 Brava; son persuaso.
 Diranno allor che l’ha ammazzato il caso.
 Voi mi volete ben; non vi è risposta.
 Carolina
 Ditemi gioia mia, son corrisposta?
 Valdimonte
920Siete l’idolo mio; di cuor vel dico.
 Carolina
 Contenta io son. (Non me n’importa un fico).
 
    Se vedeste di dentro il mio core,
 vi farebbe di gioia crepar.
 Io mi sento per voi liquefar.
 
925   Oh che pena, che tenero amor!
 (Bel piacere che il cor mi diletta
 la speranza di pronta vendetta!)
 Bel sposino mio caro carino,
 dall’amore non posso più star.
930(Che la testa ti possa cascar). (Da sé e parte)