L’isola disabitata, Venezia, Fenzo, 1757

Vignetta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 ROBERTO e detti in disparte
 
 Roberto
 
    Care selve deliziose
295le bellezze in voi nascose
 vien quest’alma a rintracciar.
 
    Par che dica l’ombra amica:
 «Vieni in pace a riposar».
 
 Garamone
 Sentite il delirante?
300Va parlando coll’ombre e colle piante.
 Andiamo in altra parte
 e narratemi tutto a parte a parte. (A Gianghira)
 Roberto
 (E chi è colei vestita
 in abito chinese?)
305Garamone. (Chiamandolo)
 Garamone
                         Aspettate;
 ora sono da voi. (A Gianghira) Che comandate? (A Roberto)
 Roberto
 (Quella donna è straniera?)
 Garamone
                                                     (Oh non signore,
 sulle navi con noi venuta è anch’ella.
 Ma la povera donna è pazzarella.
310Trovato ha quel vestito
 da un marinar chinese
 e le par d’esser nata in quel paese).
 Roberto
 (Povera giovinetta.
 Degno di compassione è il suo difetto).
 Gianghira
315(Peccato ch’ei non abbia il suo intelletto).
 Roberto
 Accostatevi un poco.
 Gianghira
                                        (Non ardisco).
 Garamone
 (Egli mena le man, ve l’avvertisco). (Piano a Gianghira)
 Roberto
 Via sfogatevi meco,
 se a consolarvi io vaglio;
320lo sapete ch’io son grande ammiraglio.
 Garamone
 (Vi par poco impazzito?
 Egli non sa chi siate
 e pretende che voi lo conosciate). (Piano a Gianghira)
 Gianghira
 (Grande infelicità!)
 Roberto
                                       Dite. (A Garamone)
 Garamone
                                                   Signore.
 Roberto
325(Si sa perché è impazzita?)
 Garamone
 (Credo che qualchedun l’abbia tradita.
 Anzi per vostra regola
 disse nel rimirarvi
 che le venne il prorito di ammazarvi).
 Roberto
330(Fate che immantinente
 la giovane furente
 sia custodita bene.
 Itene a ritrovar ceppi e catene).
 Garamone
 Subito, sì signore.
 Gianghira
                                    Ehi. Cosa dice? (A Garamone)
 Garamone
335(Egli contro di voi
 la testa ha riscaldata
 e vorebbe vedervi incatenata;
 presto venite meco). (Piano a Gianghira)
 Roberto
                                         Amico udite.
 (La giovine qui resti, indi tornate
340a custodirla con persone armate). (A Garamone)
 Garamone
 Badate che il delirio non la prenda. (A Roberto)
 Non vorei si scoprisse la faccenda. (Da sé)
 
    Vi parlo per bene,
 lasciatela star.
345Signor non conviene
 coi pazzi trescar.
 Restate per ora,
 vi devo lasciar. (A Roberto)
 Col pazzo signora
350non state a parlar.
 
    Non dite chi siete, (A Gianghira)
 se parla, tacete. (A Roberto)
 (Se sanno l’inganno
 mi fanno tremar). (Da sé)
 
355   Per or vi consiglio
 di starle lontan. (A Roberto)
 Fugite il periglio
 ch’ei mena le man.
 (Con arte ed ingegno
360riuscir nell’impegno
 mi voglio provar). (Da sé indi parte)