La buona figliuola, Venezia, Zatta, 1789

 SCENA VII
 
 Logge terrene corrispondenti al giardino.
 
 La MARCHESA ed il cavaliere ARMIDORO
 
 Marchesa
 Dunque, per quel ch’io sento,
 se n’è ita l’indegna.
 Cavaliere
                                      Sì, è passata
600a viver ritirata alla città
 e il marchese mai più non la vedrà.
 Marchesa
 Ora vivrete quieto.
 Cavaliere
                                      Sì, mia cara,
 or contento son io.
 Marchesa
 Ma contento però non è il cuor mio.
 Cavaliere
605Perché?
 Marchesa
                  Perché pavento
 debole il vostro amor. Giusta ragione
 vi sdegnava, lo so, con il germano
 ma un amante, uno sposo
 tenero ed amoroso,
610no, non avea per questo
 di lasciarmi, crudel, giusto pretesto.
 Cavaliere
 Nol dissi ancor né di lasciarvi in seno
 nutria il pensier.
 Marchesa
                                  Lo minacciaste almeno.
 Cavaliere
 Ah che distante è troppo
615l’opera dal pensier. V’amo, v’adoro
 e so che nel mio petto
 potria l’amor che io sento
 vincer ogni passione a mio dispetto.
 
    Dal tuo gentil sembiante
620nacque il mio primo amore
 e l’amor mio costante
 ha da morir con me.