La buona figliuola, Parma, Monti, 1757

Vignetta Frontespizio
 SCENA VI
 
 MENGOTTO, poi TAGLIAFERRO
 
 Mengotto
 Ah povero Mengotto.
530Cosa soffrir mi tocca?
 Mi ha levato il boccon quasi di bocca.
 Dagli empi liberata
 fu per opera mia
 e il mio padron me la conduce via.
535Povero sfortunato!
 Sì mi voglio ammazzar. Son disperato.
 Con questa spada, ch’è di man caduta (Prende la spada)
 a un assassin vinto dal suo timore,
 vuo’ per disperazion passarmi il cuore.
 
540   Ah Cecchina... il tuo Mengotto...
 si ferisce... e per te more...
 Ma mi sento a dir dal core:
 «Poverino non lo far».
 
    Eh coraggio... s’ha d’andar.
545Sì mi voglio sbudellar.
 
 Tagliaferro
 
 Eh tar Taifle, che tu far? (Impedisce il colpo)
 
 Mengotto
 Caro signor soldato
 lasciatemi morir; son disperato.
 Tagliaferro
 Tu, canaglia, poltrone,
550foler disperazione
 spada per ti passar? Se fol morire
 calantome onorate
 alla gherra fenir, morir soldate.
 Mengotto
 Sì signor, alla guerra
555voglio venir con voi.
 Così, sorte assassina,
 mi leverò dal cuor la mia Cecchina.
 Tagliaferro
 Jo, Cecchina chi star?
 Mengotto
                                          Star una giovane
 che ho tanto, tanto amato.
 Tagliaferro
560E per donna talian star disperato?
 Tatesco niente importa
 per gherra, per onor perder la pelle.
 Ma no morir per queste pacatelle.
 Fenir, fenir con me.
 Mengotto
                                       Ma in cortesia,
565chi è vossignoria?
 Tagliaferro
                                    Star bon soldato,
 granatier che serfir mio colonello.
 Stato Italia altra folta e star fenuto
 attesso per cercar
 pichla ragazzina dove star.
 Mengotto
570Basta, se mi volete,
 verrò con voi.
 Tagliaferro
                            Sì sì, paesan, fenir,
 che alla gherra contenti
 star tutte sorte de difertimenti.
 
    Star violone, star violine,
575star strumenti in quantità,
 belle Fraile graziosine
 per ballare vissasà.
 
    Se nemigo star lontan
 trinch Vain Lanzman,
580quando in campo defe andar,
 sempre lustiche ti sta,
 salta, balla vissasà. (Partono tutti)