La buona figliuola, Parma, Monti, 1757

Vignetta Frontespizio
 SCENA XI
 
 La MARCHESA, poi CECCHINA
 
 la Marchesa
315Manderò la sfacciata
 a far vita meschina e ritirata
 ma per sfuggire col german l’impegno
 finger è forza e simular lo sdegno.
 Cecchina
 Eccomi a’ suoi comandi.
 la Marchesa
                                               Sì, Cecchina,
320fosti sempre bonina e lo sarai
 e un piacer che ti chiedo or mi farai.
 Cecchina
 Vuol, parlando così, mortificarmi.
 La padrona ha il poter di comandarmi.
 la Marchesa
 Aspasia, mia sorella,
325brama una giardiniera. Ella pregommi
 che io ti avessi al suo desir concesso
 e di cederti ad essa ho già promesso.
 Cecchina
 (Povera me!) (Da sé)
 la Marchesa
                             Sollecita
 renditi al cenno mio.
 Cecchina
                                         Dunque, signora,
330seco non mi vuol più?
 Non l’è più cara la mia servitù?
 la Marchesa
 Sì, mi sei cara. E se di te mi privo
 alfin ti mando dai congiunti miei.
 Cecchina
 Ma io... padrona... voglio star con lei.
 la Marchesa
335Lo dici per amor?
 Cecchina
                                    Certo... Lo giuro.
 la Marchesa
 Dunque se dell’amore
 per la padrona tua vanti sincero,
 mostra coll’obbedir che dici il vero.
 Cecchina
 Signora mia... con vostra permissione...
340l’ha saputo il padrone?
 la Marchesa
                                            Colle donne
 ei non ci deve entrare,
 vatene e non mi far più replicare.
 Cecchina
 Obbedirò; ma se il padrone mio...
 la Marchesa
 La padrona son io.
 Cecchina
345Non dico ma l’andarmene di qua,
 senza dirlo al padrone, è inciviltà.
 la Marchesa
 Che giovane civile!
 Vanne, non replicare
 o, disgraziata, ti farò portare. (Cecchina resta mortificata e piangente)