Il festino, Parma, Monti, 1757

Vignetta Frontespizio
 SCENA XIII
 
 Madama DORALICE ed il CONTE
 
 madama Doralice
 Tutti vanno alla cena ed io qui resto?
1300Dite, signor, che trattamento è questo?
 il Conte
 La contessa ha le dame
 pregate e ripregate.
 Che volete di più?
 madama Doralice
                                    Già ho conosciuto,
 conosciuto ho benissimo
1305che tenete da lei...
 il Conte
                                    Servo umilissimo. (Con qualche sdegno allontanandosi)
 madama Doralice
 Non mi dite di più?
 il Conte
                                       Dico, signora,
 dicovi aperto e franco
 che i vostri insulti sofferir son stanco.
 madama Doralice
 Oh oh, che novità! Le cento volte
1310detto ho di peggio ed ora
 vi nasce in sen questo novello orgoglio?
 il Conte
 In publico deriso esser non voglio.
 madama Doralice
 Ve lo dirò in privato;
 siete un uomo stordito, un insensato.
 il Conte
1315Basta così.
 madama Doralice
                       Davvero? (Scherzando)
 il Conte
 Basta così, signora,
 favorisca di andar.
 madama Doralice
                                     Dove?
 il Conte
                                                    Alla cena.
 madama Doralice
 No, che andare non voglio
 dove son malveduta.
 il Conte
                                        E voi restate.
1320Ma aspettato son io.
 madama Doralice
                                       E voi andate.
 il Conte
 Sarò costretto andar.
 madama Doralice
                                         Senza di me? (Patetica)
 Ah onestà non si trova, onor non c’è.
 Cavaliere malnato!
 il Conte
 Ma venite ancor voi.
 madama Doralice
                                        Siete un ingrato.
 
1325   Perfido, andar non voglio.
 Vuol l’onor mio così.
 Questo è l’estremo dì
 che mi vedete ancor.
 
 il Conte
 
    Perdo una dama, è vero,
1330piena di gran bontà,
 ch’ebbe la carità
 di strapazzarmi ognior. (Con ironia)
 
 madama Doralice, il Conte a due
 
    Basta così, m’impegno,
 sia in libertade il cor.
 
 madama Doralice
 
1335   (Ah nel lasciarmi
 pena non sente). (Da sé)
 
 il Conte
 
 (Provo in staccarmi
 qualche dolor). (Da sé)
 
 madama Doralice
 
    Parto.
 
 il Conte
 
                  Per dove?
 
 madama Doralice
 
1340Dirlo non so.
 
 il Conte
 
 Basta.
 
 madama Doralice
 
               Che dite?
 
 il Conte
 
 Dirlo non vuo’. (Con passione)
 
 madama Doralice
 
    Ahi mi viene male.
 Barbaro conte! (Si getta sopra una sedia)
1345Deh soccorretemi
 per carità. (Finge svenire)
 
 il Conte
 
    Povera dama!
 Mi fa pietà. (La va assistendo)
 Ancora l’amo,
1350sì lo protesto.
 Ah sarà questo
 l’ultimo dì?
 
 madama Doralice
 
    Basta così. (S’alza)
 Per mio trionfo
1355bastami il vanto
 del vostro pianto.
 Non vuo’ di più.
 
 il Conte
 
    Siete guarita?
 
 madama Doralice
 
 Sì, mio signore.
 
 il Conte
 
1360Son di buon core;
 finger non so.
 
 madama Doralice
 
    Siete dolente,
 conte, per me? (Con passione)
 
 il Conte
 
    Voi non sentite
1365pena per me? (Con passione)
 
 madama Doralice
 
    Ah lo confesso
 con mio rossore.
 
 il Conte
 
 Ah son oppresso
 da un rio dolore.
 
 madama Doralice
 
1370Conte...
 
 il Conte
 
                  Madama...
 
 a due
 
 Cosa sarà?
 
    Sì che si sciolgano, (Con risoluzione e forza)
 sì che riprendino
 due nobil anime
1375la libertà,
 pria che si stringano
 d’amore i vincoli,
 che amor platonico
 no, non si dà.
 
1380   Regni nell’anima
 la libertà. (Volendo essi partire s’incontrano nei personaggi che vengono)