La ritornata di Londra, Venezia, Geremia, 1756

Vignetta Frontespizio
 SCENA XI
 
 MADAMA, indi il MARCHESE
 
 Madama
295Certo gli voglio bene,
 lo sposerei, s’ei fosse più corrente.
 Ma colla gelosia non farà niente.
 Il cavalier sen viene.
 Sostenermi vogl’io; seder conviene. (Siede)
 Marchese
300Servitore di lei.
 Madama
                                Serva, marchese. (S’alza un poco)
 Marchese
 Permette? (Le chiede la mano)
 Madama
                        Anzi. (Gli dà la mano da baciare)
 Marchese
                                    Sta bene?
 Madama
 Poco.
 Marchese
             È stanca dal viaggio.
 Madama
 Anzi.
 Marchese
             Come le aggrada
 l’alloggio che ha trovato?
 Madama
305Poco.
 Marchese
             È incomodo?
 Madama
                                       Anzi.
 Marchese
 Si potrà migliorar.
 Madama
                                     Certo.
 Marchese
                                                   Se il brama,
 un alloggio migliore avrà madama.
 Madama
 Anzi.
 Marchese
             Ma non intendo
 questo tronco parlar; non so se voglia
310dirmi di no o di sì.
 Madama
 Ho appreso in Londra a ragionar così.
 Marchese
 Dunque vuol che si cerchi?
 Madama
                                                    Si vedrà.
 Marchese
 Si vedrà di cercar?
 Madama
                                     Di restar qua.
 Marchese
 Se contenta è madama
315sono contento anch’io. (Vorrei sedere). (Guarda intorno)
 Madama
 Ehi. Si porti una sedia al cavaliere. (Ad un servitore)
 Marchese
 Obbligato, madama.
 Madama
                                        Anzi.
 Marchese
                                                    Vorrei
 che la sorte m’offrisse
 la fortuna, l’onor dei cenni vostri.
 Madama
320Tabacco.
 Marchese
                   Sì, madama,
 eccolo immantinente.
 Spagna vero. Vi piace?
 Madama
                                            Non val niente.
 Marchese
 E pure è del migliore.
 Madama
 Tenete. (Gli dà del suo)
 Marchese
                  È perfettissimo.
 Madama
325Anzi.
 Marchese
             Questo tabacco,
 questa Siviglia vera
 merita una più ricca tabacchiera.
 Madama
 Io ne ho sedici d’oro e sei gemmate.
 Marchese
 Quand’è così, non parlo.
 Madama
330Che volevate dir?
 Marchese
                                   Volea il coraggio
 prendermi d’offerire
 questa scattola mia ma non ardisco.
 Madama
 È d’oro?
 Marchese
                   Anzi.
 Madama
                               Gradisco
 nel picciolo favore
335non il dono leggier ma il donatore.
 Marchese
 Dirò, non è gemmata
 ma nel genere suo so ch’è stimata.
 Madama
 Ehi; vieni qui. (Al servitore) Recala a mio fratello.
 Che se ne serva per portar per viaggio.
 Marchese
340Non l’aggradite?
 Madama
                                 Anzi.
 Marchese
                                             Mi par di no. (S’alza)
 Madama
 L’aggradimento mio vi mostrerò. (S’alza)
 Marchese
 So che son ragazzate
 per una che ha le scattole gemmate.
 Madama
 (Perderlo non vorrei, ch’è generoso). (Da sé)
 Marchese
345Se fui ardimentoso,
 vi domando perdono. (Sostenuto)
 Madama
 No, tenuta vi sono.
 L’accetto per favore
 ed in voi riconosco un protettore.
 Marchese
350(Trovato ha le parole). (Da sé)
 Madama
 (Secondo il vento navigar si suole). (Da sé)
 Marchese
 Se l’onor di servirvi io deggio avere,
 madama, il mio piacere
 suol esser l’allegria
355e all’inglese non vuo’ malinconia.
 Madama
 Veramente avvezzata
 sono alla serietà ma per piacervi,
 caro signor marchese,
 italiana sarò, non sarò inglese.
 
360   Cogli amanti in Inghilterra
 si sostien la gravità.
 Ma fra noi all’italiana,
 so ancor io come si fa.
 
    Vien in Londra un milordino,
365fa un risetto, fa un inchino,
 un regalo e se ne va.
 
    L’italiano vuol parlare,
 vuol cantare, vuol ballare,
 vuol goder la società.
 
370   So far l’amore con serietà,
 so far la pazza se occorrerà. (Parte)