La cascina, Venezia, Geremia, 1756

Vignetta Frontespizio
 SCENA IX
 
 Il conte RIPOLI e detti
 
 il Conte
810Bella conversazione!
 Pippo
 Che vuol vossignoria?
 il Conte
 La padrona m’invia
 ad avvisar la Lena
 che andar debba da lei.
 Lena
815(Affé, che questa volta il manderei). (Da sé)
 Pippo
 Ci siete poi venuto a mio dispetto.
 il Conte
 Ehi portami rispetto;
 o ti discaccierò da queste porte,
 quando Lavinia sarà mia consorte.
 Pippo
820La volete sposar?
 il Conte
                                  Sì, temerario.
 Pippo
 Non ho niente in contrario.
 Lasciate star le pastorelle in pace
 e poi sposate chi vi par e piace.
 il Conte
 Non intendo oltraggiarle,
825non intendo levarle ai lor pastori;
 ma giust’è la beltà s’ami e s’onori.
 Pippo
 Come c’entrate voi?
 Vogliamo amarle ed onorarle noi.
 Lena
 (Questi è quel dell’anello). (Alla Cecca)
 Cecca
830(Uno anch’io ne vorrei). (Alla Lena)
 Lena
 (Se me ne desse un altro, il piglierei). (Alla Cecca)
 Cecca
 Serva del signor conte,
 bevo alla sua salute.
 il Conte
                                       Entro a quel vino
 scenda cieco bambino;
835scenda dal terzo cielo il dio d’amore
 ad infiammarvi, pastorella, il core.
 Berto
 Anch’io vuo’ fare un brindisi.
 Viva, signor, la sua caricatura. (Al conte)
 Pippo
 E viva il suo valor, la sua bravura.
 il Conte
840Grazie rendo ad entrambi. Il ciel vi guardi
 da ogni mal, dai nemici e dall’inopia
 e doni a tutti due la cornucopia.
 Lena
 Amici, con licenza.
 Restate, io vado via. (S’alza)
 Pippo
845Dove si va? (Alla Lena)
 Lena
                         Dalla padrona mia. (Rusticamente)
 Pippo
 (Ah! Non mi può veder). (Da sé)
 Lena
                                                 Prima ch’io vada,
 vuo’ far col signor conte il dover mio;
 ed un brindisi a lui vuo’ far anch’io.
 il Conte
 L’averò per onore.
 Pippo
                                    Eh lascia stare... (Alla Lena)
 Lena
850Tu non c’entri. (Lo voglio tormentare). (Da sé)
 Dammi da bere. (A Berto)
 Berto
                                  Prendi. Ma il tuo Pippo
 non lo trattar sì male, poveraccio.
 Lena
 Eh! Signor conte, un brindisi gli faccio.
 
    Con questo buon bicchiere
855di vin che piace a me
 m’inchino al cavaliere
 e so ben io perché.
 
    Di Berto alla salute
 ancor io beverò
860e di Cecchina ancora
 ma di quell’altro no.
 
    Io bevo alla salute
 di chi vuol bene a me.
 Chi mi vuol bene e viva,
865se qui nessun ce n’è. (Parte)
 
 il Conte
 Viva, viva, a dispetto
 di chi non vuole, il suo bel cor son io.
 E quel brindisi caro è tutto mio. (Parte)