Bertoldino e Cacasenno Bertoldo, Venezia, Fenzo, 1749

Vignetta Frontespizio
 SCENA IX
 
 CACASENNO, poi ERMINIO
 
 Cacasenno
 Guardate che pisciona!
 È picciola e vuol far la braghessona.
 Erminio
 Olà, dimmi, chi sei?
 Cacasenno
860Io son solo, signor, non siamo sei.
 Erminio
 Domando, come hai nome?
 Cacasenno
 Voi mi parete un pazzo;
 vedete, uom non son, son un ragazzo.
 Erminio
 Capisci, o testa sciocca,
865dico come ti chiami.
 Cacasenno
                                        Colla bocca...
 Erminio
 Di chi sei figlio?
 Cacasenno
                                 Di mio padre.
 Erminio
                                                             E il padre
 chi è? Come s’appella?
 Cacasenno
 Non si pela mio padre; oh questa è bella!
 Erminio
 (Sarebbe mai costui
870figlio di Bertoldin?)
 Cacasenno
                                       (Mi fa paura,
 vorrei fuggir, se si voltasse in là).
 Guardate. (Lo fa voltar dall’altra parte)
 Erminio
                       Dove vai? (S’accorge che vuol fuggir e lo ferma)
 Cacasenno
                                            Son qua, son qua. (Tremante)
 Erminio
 Oh che bel turlulù.
 Dimmi saresti tu
875figlio di Bertoldino?
 Cacasenno
                                        Per l’appunto.
 Erminio
 Quando arrivato sei?
 Cacasenno
                                         Quando son giunto.
 Erminio
 Tu parli molto male.
 Cacasenno
 Voi siete un animale,
 perché non m’intendete,
880e si vede che avete il capo tondo.
 Erminio
 Di che paese sei?
 Cacasenno
                                   Di questo mondo.
 Erminio
 Vuoi venir meco?
 Cacasenno
                                   Messer no.
 Erminio
                                                         Perché?
 Solo restar vuoi qua?
 Cacasenno
 Vuo’ cercar la mia mamma e il mio papà.
 Erminio
885(Vuo’ condurre s’io posso
 questa dinanzi al re vaga figura).
 Vieni, vieni.
 Cacasenno
                          Ho paura.
 Erminio
 Vieni a far collazione.
 Cacasenno
 Col pane o col bastone?
 Erminio
890Vieni e sarai contento.
 Cacasenno
 Ho paura di qualche tradimento.
 Erminio
 Orsù, perché tu veda
 ch’io ti parlo sincero,
 prendi questi dinari e questi dolci;
895mangia, godi, trastulla e non temere.
 Cacasenno
 Cose buone? Denari! Oh che piacere,
 me li donate a me? Son tutti miei?
 Mamma, venite pur tutta giuliva.
 Cose dolci e dinari? Evviva, evviva.
 
900   Oh quanto contento
 ch’io provo, ch’io sento!
 Le belle monete
 consolano il core
 e il dolce sapore
905diletto mi dà.
 
    La la ra la lela
 la la ra la la. (Ballando e saltando)