La diavolessa, Venezia, Geremia, 1755

Vignetta Frontespizio
 SCENA PRIMA
 
 Camera nobile di locanda.
 
 DORINA e GIANNINO, poi FALCO
 
 Dorina
 
    Ho risolto, voglio andar.
 Non mi state a tormentar.
 
 Giannino
 
    Ah, Dorina, per pietà,
 mi volete lasciar qua?
 
 Dorina
 
5   Vostro danno. Voglio andar.
 
 Giannino
 
 Mi volete abbandonar?
 
 Falco
 Che c’è, che c’è di nuovo,
 che mi par di sentirvi un po’ alterati?
 Dorina
 Fateci i nostri conti.
10Per me voglio andar via.
 Giannino
 Mi vuole abbandonar Dorina mia. (A Falco)
 Falco
 Ma perché mai? Oh povero ragazzo!
 Dorina
 Perché nel duro caso,
 in cui si ritroviamo,
15è necessario che ci separiamo.
 Giannino
 Ch’è l’istesso che dir che a dirittura
 vada a porsi Giannino in sepoltura.
 Falco
 Non mi credeva mai,
 con vostra permissione, (A Dorina)
20che aveste così poca compassione.
 Dorina
 Egli di casa mia
 m’ha fatto venir via
 ed or per sua cagion son nell’intrico.
 Giannino
 Ma la voglio sposar...
 Dorina
                                         Sposar mi vuole
25ma non ha un soldo in tasca,
 onde sfogate le amorose brame,
 presto ci converrà morir di fame.
 Falco
 Dorina m’ha spiegato i sensi suoi.
 Ora, signor Giannin, che dite voi?
 Giannino
30Io dico... che... vorrei...
 Falco
 Sposarla?
 Giannino
                     Sì, signore.
 Falco
                                            E poi?
 Giannino
                                                           E poi,
 quando morrà mio padre
 ch’è vecchio ed ammalato,
 in casa mia vivremo in buono stato.
 Falco
35Dite la verità, Dorina mia,
 gli volete voi ben?
 Dorina
                                    Se non l’amassi
 non avrei seguitati i di lui passi.
 Falco
 Dunque sta tutto il mal, per quel ch’io sento,
 nel non aver denaro.
 Dorina
                                        E vi par poco?
 Falco
40E quando in questo loco
 vi trovassi un onesto assegnamento?
 Dorina
 Gli porgerei la mano in quel momento.
 Falco
 Lasciate fare a me.
 Giannino
                                     Falco vi prego.
 Dorina
 Caro Falco gentil.
 Giannino
                                   Falco garbato.
 Dorina
45M’obbligherete assai.
 Giannino
                                          Vi sarò grato.
 Falco
 Udite; evvi un riccone,
 che ha nome don Poppone,
 il quale amando assai l’argento e l’oro
 cerca sempre trovar qualche tesoro.
50Basta che un forastier gli si presenti
 e con franchezza ostenti
 l’abilità per tali scavazioni,
 gli leva dalla man scudi e dobloni.
 Giannino
 Ma io non ne so niente.
 Falco
                                             Cosa importa?
55Istruirvi saprò, se voi volete.
 Fidatevi di me, mi conoscete.
 Dorina
 Tutto farò quello che far si puote
 per aver saviamente un po’ di dote.
 Falco
 Basta che col maestro
60si divida la preda.
 Dorina
                                    È cosa giusta.
 Giannino
 Voi farete il comparto.
 Falco
 Di quello che verrà mi basta il quarto.
 V’insegnerò la casa.
 Andrete soli per non dar sospetto
65e vi dirò quello che dir dovrete.
 Poi quando in casa siete,
 anch’io vengo a drittura
 per dar credito e forza all’impostura.
 Giannino
 Intanto ci darete
70da mangiare, cred’io...
 Falco
                                            Siete padroni.
 Tutto Dorina avrà quel che comanda;
 è a sua disposizion la mia locanda.
 
    Se non fossi maritato
 non so dir cosa farei. (A Dorina)
75Oh Giannino fortunato (A Giannino)
 che costei si goderà!
 
 Dorina
 
    Oh davver siete garbato!
 
 Giannino
 
 Ma non tanta carità. (A Falco)
 
 Falco
 
    È graziosa ed è gentile;
80non conosco la simile.
 
 Dorina
 
 Obbligata in verità.
 
 Giannino
 
 Ma non tanta carità. (A Falco)
 
 Falco
 
    Sei geloso poverino,
 è geloso il mio Giannino
85e da ridere mi fa. (Parte)
 
 Giannino
 
    Ho a soffrir questo dolore.
 
 Dorina
 
 Colla fame, mio signore,
 gelosia non si confà. (Parte)
 
 Giannino
 
    La signora dice bene
90e soffrire mi conviene
 per la mia necessità. (Parte)