Le nozze, Venezia, Zatta, 1797

 SCENA V
 
 MINGONE e detta
 
 Mingone
 Livietta, allegramente.
 Livietta
                                            Cos’è stato?
 Mingone
 Il padrone ogni error mi ha perdonato.
 Son in grazia rimesso,
940veggo i padroni in pace,
 si preparan le nozze,
 preparasi la danza,
 io d’essere lo sposo ho gran speranza.
 Livietta
 Davver? Me ne rallegro
945con voi sinceramente.
 (Titta sarà per me più facilmente).
 Mingone
 La padrona l’ha vinta.
 Livietta
                                           E come fu?
 Mingone
 Oggi i mariti non comandan più.
 Quel che la moglie vuole
950si fa per ordinario nelle case
 ed usan questa frase
 per farsi rispettar: «Voglio così».
 Guai al marito che non dice sì.
 
    Se la femmina dice: «Lo voglio»,
955il marito non può replicar.
 So che sono le donne un imbroglio
 e mi voglio ancor io maritar.
 
    Fan tutti così.
 Ma pure perché?
960La donna cos’è?
 Che bene ci fa?
 Che gioia ci dà?
 Affé, non lo so.
 
    Ma anch’io poveraccio
965nel laccio cadrò.