Le nozze, Venezia, Zatta, 1797

 SCENA X
 
 Il CONTE, TITTA e MINGONE
 
 Titta
 Signor, per quel ch’io vedo,
 non ne faremo niente.
 Conte
                                           Sta’ pur sodo
660e di sposarla troverassi il modo.
 Mingone
 (Senti, se tu la sposi,
 io ti voglio scannar). (Piano a Titta)
 Titta
                                         Mi vuol scannare
 costui, quand’io la sposi. (Al conte)
 Conte
 Temerario! Tant’osi me presente?
665Se ardirai di parlar...
 Mingone
                                         Non dico niente.
 Conte
 Ascoltami; può darsi
 che l’interesse vaglia
 a vincere Dorina;
 le darò cento doppie. (A Titta)
 Titta
                                          Buono, buono!
 Conte
670E dopo saran tue.
 Titta
                                   Contento io sono.
 Mingone
 (Se vedessi la forca,
 ti vuo’ ammazzar). (Piano a Titta)
 Titta
                                      Mi vuo’ mazzar, mi dice. (Al conte)
 Conte
 Sotto un baston, se parli,
 morirai prima tu.
 Mingone
675Non temete, signor, non parlo più.
 Titta
 Chi sa! Le cento doppie
 potrebbero allettarla;
 io son pronto a sposarla,
 ognor che il comandiate.
 Mingone
680(Giuro a Bacco, saranno schioppettate).
 Titta
 Schioppettate? (Verso Mingone)
 Conte
                                Che dici? (A Mingone)
 Mingone
                                                    Io non parlai.
 Titta
 Maledetto costui, non tace mai.
 
    La sposerò, signore;
 la prenderò di core,
685se voi la date a me. (Al conte)
 E ben, che cosa c’è? (A Mingone)
 
    Le cento doppie care...
 Ei dice mi vuol dare; (Al conte, accenando Mingone)
 saranno roba mia;
690e in pace e in allegria...
 Sta’ zitto, maledetto. (A Mingone)
 Me le potrò goder...
 Costui non vuol tacer. (Parte)