Le nozze, Bologna, Sassi, 1755

Vignetta Frontespizio
 SCENA V
 
 MINGONE e detta
 
 Mingone
 Livietta, allegramente.
 Livietta
                                            Cos’è stato?
 Mingone
 Il padrone ogni error mi ha perdonato.
955Son in grazia rimesso;
 veggo i padroni in pace,
 si preparan le nozze,
 preparasi la danza,
 io d’essere lo sposo ho gran speranza.
 Livietta
960Davver? Me ne rallegro
 con voi sinceramente;
 (Titta sarà per me più facilmente).
 Mingone
 La padrona l’ha vinta.
 Livietta
                                           E come fu?
 Mingone
 Oggi i mariti non comandan più.
965Quel che la moglie vuole
 si fa per ordinario nelle case;
 ed usan questa frase
 per farsi rispettar: «Voglio così»;
 guai al marito che non dice sì.
 
970   Se la femmina dice: «Lo voglio»,
 il marito non può replicar.
 So che sono le donne un imbroglio
 e mi voglio ancor io maritar.
 
    Fan tutti così.
975Ma pure perché?
 La donna cos’è?
 Che bene ci fa?
 Che gioia ci dà?
 Affé, non lo so.
 
980   Ma anch’io, poveraccio,
 nel laccio cadrò.