Bertoldino e Cacasenno Bertoldo, Venezia, Fenzo, 1749

Vignetta Frontespizio
 SCENA VIII
 
 BERTOLDINO e MENGHINA
 
 Bertoldino
295Povero Cacasseno!
 Non vuo’ che gli si dia.
 Menghina
                                            L’allevarai
 qualche cosa di buono. In questa guisa
 si rovinano i figli,
 se la madre i riprende,
300il padre li difende,
 se il padre li bastona,
 la madre gli perdona.
 L’uno all’altro nasconde il lor difetto.
 E li rovinan poi per troppo affetto.
 Bertoldino
305Io non so tante istorie.
 Sei troppo dottoressa.
 Ho inteso dir più volte da mio padre:
 «Delle femine questa è la dottrina,
 l’ago, il fuso, la rocca e la cuccina».
 Menghina
310Son donna, è vero, è ver, son nata vile
 ma ho spirto e cuor civile.
 Volesse il ciel che anch’io,
 qual fu la madre tua saggia Marcolfa,
 andar potessi in corte. Io ti prometto
315che vorrei mi portassero rispetto.
 Bertoldino
 Orsù, finché si cuociano i fagiuoli
 lavoriamo anche un poco.
 Tu con la tua rocchetta
 ed io raccoglierò di questa erbetta.
 Menghina
320Sì, lavoriamo e intanto
 mi spasserò col canto.
 
    Ciascun mi dice ch’io son tanto bella
 che sembro esser la figlia d’un signore.
 Chi m’assomiglia alla Diana stella,
325chi m’assomiglia al faretrato Amore.
 
    Tutta la villa ognor di me favella,
 che di bellezza porto in fronte il fiore.
 Mi disse l’altro giorno un giovinetto:
 «Perché non ho tal pulce nel mio letto».