Il povero superbo, Venezia, Fenzo, 1755

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 SCENA V
 
 DORISBE, il CONTE e poi PANCRAZIO
 
 Dorisbe
 Impaziente attendo
1250del genitore i sensi
 propizi al nostro amore...
 Quanto tarda a venir...
 Conte
                                            Idolo mio
 di liete nuove apportator son io.
 Dorisbe
 Ben mel predisse il core.
 Conte
1255Le nostre nozze approva il genitore.
 Dorisbe
 Oh quanto lieta io sono!
 Conte
 Ma conviene affrettarle, acciocché poi,
 essendo il padre vostro smemorato,
 non resti il dolce nodo disturbato.
 Dorisbe
1260Ei ne saria capace. (Esce Pancrazio)
 Pancrazio
 Bravi; amatevi sempre in buona pace.
 Dorisbe
 Padre il ciel vi conceda
 quegl’anni fortunati
 che a voi dal vostro amor son preparati.
 Conte
1265Sì vi conceda il cielo
 veder da tal momento
 la prole fortunata e me contento.
 Pancrazio
 Siete marito e moglie, or terminati
 saran tanti sospiri, affanni e duoli,
1270or pensate a far nascer dei figliuoli.
 Amatevi del pari e ramentate
 questo antico e verace sentimento,
 l’amor del matrimonio è il condimento.
 Dorisbe
 Più bramar non mi lice.
 Conte
1275Momento fortunato.
 Dorisbe, Conte
                                        O me felice.
 il Conte
 
    Oh dolce amabil pegno
 di mia felicità.
 
 Dorisbe
 
    Oh sospirato segno
 che vita alfin mi dà.
 
 Conte
 
1280   Idolo del mio seno.
 
 Dorisbe
 
 Mia vita, mio diletto.
 Ti stringo a questo petto
 colmo per te d’ardor.
 
 a due
 
    Non si rallenti mai
1285vezzosi amati rai
 né men per gioco il foco
 che vi feconda amor.